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HUKKLE regia di György Pálfi

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     7½ / 10  08/05/2013 11:35:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ancestrali ritmi scandiscono lo scorrere delle giornate di un piccolo villaggio della campagna ungherese. La natura fa il suo corso, l'uomo pure adeguandosi ad essa o sfruttandola per le proprie esigenze.
Tutto sembra procedere normalmente come in ogni piccola comunità rurale sana ed efficiente, eppure il dramma incombe, un uomo anziano affetto da un singhiozzo insopportabile osserva seduto la moria dei suoi compaesani di sesso maschile, tutti avvelenati dalle loro compagne tramite il contenuto di strane boccette.
Estraneo ai facili sensazionalismi questo film che sancisce il debutto di Gyorgy Palfi è lontanissimo dagli eccessi del seguente e splendidamente grottesco "Taxidermia".
Nessuno spargimento di sangue con le morti che avvengono (quasi) sempre fuori campo, il regista ingloba all'omicida cospirazione immagini di raro fascino agreste con piglio documentaristico ma senza ambizioni didattiche. Molto efficace lo stile adottato, improntato all'esaltazione dei particolari in un profluvio di gesti quotidiani abbelliti dalle capacità dell'autore e accompagnati da una varietà di suoni che fanno da vera e propria colonna sonora ad un lavoro privo di parole e musiche, ad esclusione della canzone intonata durante un matrimonio che getta un po' di luce sui fatti raccontati. Un aggancio con ciò che fecero agli inizi del secolo scorso due donne soprannominate le avvelenatrici di Nagryev, capaci tramite arsenico (in "Hukkle" viene utilizzata la belladonna) di far fuori circa trecento persone nel giro di una quindicina di anni.
Film particolarissimo e dall'andamento ipnotico, piccoli indizi suggeriscono una condizione non proprio felice alla quale le donne si ribellano rivelando tutta la malignità umana contrapposta ad una natura impassibile, soprattutto spietata solo per necessità.