Badu D. Lynch 9½ / 10 12/04/2013 14:34:46 » Rispondi Mister Lonely è il mondo intero, è lo spettatore, è l'individuo ed è la massa. Un trattato filosofico sulla solitudine dell'essere umano ; la paura di se stessi, di non trovare la propria strada, di morire. Ecco allora che subentra la necessità del travestimento, il bisogno di imitare qualcuno, di diventare delle macchine, dei sosia : il futuro è invisibile, inquietante ed incerto ; serve una maschera per sopravvivere, una figura da cui trarre ispirazione e vita, un mito a cui aggrapparsi e donare la nostra fede, che sia egli/esso un Dio, un attore o un cantante, così che lo spirito indefinito e insoddisfatto possa trovare la propria collocazione esistenziale e perpetuarsi più a lungo possibile - come dicono nel film "vivere per sempre/non morire mai". Ma non ci si può mascherare per sempre, non si può annullare il proprio io ; la maschera soffoca il volto, lo deturpa, lo annulla ; essere "diversi", spesso equivale ad essere "normali" - si diventa come tutti gli altri che vogliono essere differenti, si diventa inevitabilmente parte della folla. I miti, gli dei e gli eroi sono tutti morti - non esistono.
Harmony Korine è il regista dell'anticinema, antropologo del sottosuolo, poeta del disagio, portatore (in)sano di nichilismo esistenziale.