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LAS HURDES regia di Luis Buñuel

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Signor K.     8 / 10  12/12/2014 21:26:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La montagna dei dannati.

Gran bel documentario di Bunuel, il primo e unico della sua filmografia, ispirato al saggio antropologico di Maurice Legendre "Las Jurdes, une étude de géographie humaine". Le riprese mostrano la vita degli autoctoni di questa regione montagnosa al confine tra Spagna e Portogallo (Las Hurdes), una zona dove la popolazione vive in condizioni di arretratezza spaventose. In poco meno di mezz'ora assistiamo al campionario di orrori che compongono la vita di questi poveracci: lavorazione dei campi senza l'ausilio di strumenti adeguati, macabri rituali, malattie, incesti, difficoltà a procurarsi il cibo, malattie mentali diffuse, nanismo etc etc; c'è anche una vecchia che percorre le strade di notte con una campana, ricordando a tutti che non si può sfuggire alla morte.
Le alture di Las Hurdes sembrano disegnare i confini di un angosciante mondo nel mondo, dove la miseria ha istupidito l'esistenza, dove l'assenza della modernità ha condannato migliaia di persone a una vita senza gioie né bellezza ("qui non abbiamo mai sentito nessuno cantare").
Contrapposto a tutto questo grigiore, e alla fredda voce narrante, la stupenda sinfonia n.4 di Brahms in sottofondo ci ricorda ancora la grandezza dell'Uomo e le sue possibilità. Da sottolineare anche la presenza di una forte critica rivolta alla religione (l'unica presenza d'arte e benessere è rappresentata da una bella chiesa).
Venne immediatamente bandito dalla Repubblica Spagnola per poi essere messo di nuovo in circolazione come strumento di propaganda anti-franchista (i titoli di coda sono un comunicato politico).

Per riflettere.

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"In Estremadura, tra Caceres e Salamanca, esisteva una regione montagnosa e desolata dove trovavi solo rocce, brughiere e capre: Las Hurdes. Un tempo, quelle terre alte erano abitate da ebrei che fuggivano l'Inquisizione e da banditi. Avevo appena letto uno studio esauriente sulla regione, scritto dal direttore dell'Istituto francese di Madrid, Legendre. Lettura che m'interessò moltissimo. Un giorno, a Saragozza, parlavo della possibilità di fare un film documentario su Las Hurdes con l'amico Sanchez Ventura e un anarchico, Ramon Acin, il quale mi disse all'improvviso: "Senti, se prendo il primo premio, te lo finanzio io, il tuo film". Due mesi dopo vinse alla lotteria, se non il primo premio, una bella sommetta. E mantenne la parola. Per girare Las Hurdes, o Terra senza pane feci venire da Parigi Pierre Unik, come assistente, e l'operatore Elie Lotar. Yves Allégret ci prestò una macchina da presa.
Disponendo solo di ventimila pesetas, una ben piccola somma, mi diedi un mese di tempo. Quattromila pesetas andarono nell'acquisto, indispensabile, di una vecchia Fiat che all'occorrenza riparavo io stesso (ero un meccanico piuttosto bravo).
In un convento abbandonato dopo le misure anticlericali prese da Mendizabal nel XIX secolo, il convento di Las Batuecas, esisteva ancora un minimo di foresteria, basata su una decina di camere. Fatto notevole: l'acqua corrente (fredda).
Ogni mattina, durante le riprese, si partiva prima dell'alba. Dopo due ore di automobile dovevamo proseguire a piedi, col materiale in spalla. Quelle montagne diseredate mi hanno conquistato subito. La miseria degli abitanti mi affascinava, come pure la loro intelligenza e l'attaccamento al loro paese perduto, alla loro "terra senza pane". In almeno venti villaggi, il pane quotidiano era un oggetto misterioso. Ogni tanto qualcuno portava dall'Andalusia una pagnotta rafferma che serviva come moneta di scambio. Il film fu proiettato una prima volta al "Cine de la Prensa". Era muto e lo commentavo io stesso al microfono." 

Luis Bunuel, Dei miei sospiri estremi, Milano, Rizzoli.