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AIR DOLL regia di Hirokazu Koreeda

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     8 / 10  19/07/2011 14:22:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Una bambola gonfiabile prende vita accorgendosi di possedere un cuore bisognoso di essere caricato di sentimenti ed emozioni.La scoperta del mondo,con la vorace curiosità di un bimbo che poco o nulla conosce di ciò che lo attornia, è inizialmente sorprendente in modo quasi magico.L'entusiasmo purtroppo è destinato a non reggere,si tramuta presto in una considerazione triste e inquieta di un'umanità accartocciata in una gran solitudine e da un vuoto determinato da un disinteresse totale per il prossimo.L'aridità dei cuori si fonde con un paesaggio urbano anonimo,impassibile testimone della sopravvivenza di una civiltà individualista.Sembra non esserci più l'esigenza di dare senso al proprio percorso vitale,all'interno di vite imbellettate e apparentemente ordinarie sono l'egoismo e la paura a frenare o addirittura polverizzare ogni ambizione.L'"air doll" tenta di riempire quei vuoti metaforici,lei che vuota lo è per davvero,involucro di fragile plastica sostenuto ad aria e non più mero oggetto per sfoghi sessuali.Tramite una disamina esterna filtrata dalla visione di un "diverso" Hirokazu Koreeda traccia non senza rammarico un ritratto poco confortante dell'attuale società e ,come la bambola, pur vedendone le debolezze non ne comprende fino in fondo le ragioni.
La pellicola è piuttosto lenta soprattutto nella prima parte,i dialoghi sono sporadici mentre una rarefatta colona sonora,composta in maggioranza di note al pianoforte, cadenza quest'amara riflessione esistenziale.Didascalico in alcuni punti,altrove forse troppo pessimista Koreeda riesce comunque ad incuriosire articolando la pellicola sulle emozioni dapprima spontanee ed ottimistiche poi sempre più preoccupate e cupe della protagonista, senza disdegnare qualche momento weird tipico della cinematografia del Sol levante.L'autore non raggiunge la sublime depressione di "Nobody Knows" e seppur molto azzardato può starci il parallelismo con "Lars e una ragazza tutta sua" di Craig Gillespie.Lì però ci si concentrava sul proprietario della bambola,qui è l'oggetto a ergersi nel ruolo principale diventando mezzo di osservazione.
Giusto specificare che "Air Doll" non è un film completamente distruttivo,lascia infatti intravedere sfumature speranzose che riavvicinano nel finale ad un'umanità con ancora delle chance.