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IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE regia di Jean-Pierre Jeunet

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JOKER1926     7 / 10  26/04/2012 00:30:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vien fuori all'istante il bagaglio contenutistico che Jean-Pierre Jeunet vuole infondere nel pubblico con il suo "Il Favoloso mondo di Amelie".
Con il film francese si ha, insomma, la certezza di avventurarsi in un mondo di poesia , arte e fantasia.
"Il favoloso mondo di Amelie" è come un abito che si indossa ad una serata di gala, dunque siamo dinanzi ad un film che vuole emozionare "forzatamente" e, senza dubbio, ci riesce.
Dalle musiche alle inquadrature il lavoro di Jeunet sembra non mostrare falle e nei, il piano va avanti fra armonia e dolcezza. Ovviamente , in tutto ciò, compare un'ondata di drammaticità utile, nel frangente, ad innalzare ulteriormente quel chimerico alone che avvolge cronicamente il prodotto cinematografico.
Ciò che fa la differenza qui è il lavoro tecnico, come accennato le musiche sono importantissime nell'egemonia, ma non solo. Gli attori sono in forma, forza e personalità che traspare, ad esempio, dalla protagonista (Audrey Tautou) nei panni della giovane Amelie. L'attrice offre una prova espressiva e di grande impatto piscologico. Il resto del cast è sicuramente all'altezza della situazione, poi, in linea parallela, agisce la sceneggiatura che scannerizza e sublima gli attori attraverso una pesante e speciale introspezione caratteriale degli stessi nelle rispettive icone.
Il montaggio delle scene, l'esposizione visiva delle sequenze vertono verso una grande particolarità; la fotografia è una bolgia di colori che vanno a compattare un qualcosa di incredibile, si può parlare di alta forma di arte.

"Il favoloso mondo di Amelie" esplode in un circuito di armonia e di dinamiche assurde e geniali.
Perché, detta tutta, qui, già dalle prime sequenze, si inizia a parlare di "genialità", le scene vogliono dire un qualcosa, vogliono emozionare.
Gli episodi brillanti effettivamente sono numerosi, quello del nano "viaggiatore" si eleva verso l'alto, fra metafore e filosofia di vita.
Quello di Amelie è un mondo che presenta svariate enfatizzazioni, ma, in fin dei conti, parte da presupposti più che comuni che abbracciano, più o meno, le vite e le dinamiche esistenziali delle persone.
Jean-Pierre Jeunet non perde un colpo fino alla fine mettendo in mostra un epilogo di amore, la figura di Amelie assume importanza e spessore. L'icona della ragazza risulta pertanto quella di un'anima viva e sopraffine che indirizza il prossimo verso la felicità. Purtroppo tutta questa eufonia ed equilibrio di animo è trovabile molto più facilmente su uno schermo del Cinema che nella realtà.
Ma, dopotutto, la regia cerca di mandare il suo messaggio, il pubblico, di conseguenza può decidersi sul da farsi.

"Il favoloso mondo di Amelie" assomiglia un po' ad "American Beauty", qui con la pellicola francese, siamo immischiati in un contesto meno "pesante" e sicuramente più vivace. Anche se, in linea di massima, qualcosa in comune fra i due lavori cinematografici sembra emergere, specie per quanto riguarda la psiche e l'esclusività di alcuni personaggi.