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IL FAVOLOSO MONDO DI AMELIE regia di Jean-Pierre Jeunet

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djciko     10 / 10  29/01/2013 18:18:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Un MUST !
djciko  29/01/2013 18:28:36Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Volevo aggiungere un commento di un caro amico che di cinema se ne intende. Alla mia domanda "Cosa ne pensi di questo film ?", ha risposto:

"Anzitutto che è un film divertente, di un divertimento che sfocia spesso nel grottesco...

Il moscone che viene schiacciato da subito sull'asfalto, la scena della morte della madre di Amelie, la voce fuori campo che racconta eventi quotidiani apparentemente banali ma sulla cui contemporaneità in effetti non riflettiamo mai, introducono in un modo "diverso" di guardare alle cose...

Nel quale c'è spazio per elencare le piccole manie di ciascuno (e chi non ne ha, magari senza pensarci!), per soffermarsi su personaggi che noi stessi incrociamo senza mai considerare, per rappresentare i voli pindarici del nostro pensiero (le scene immaginate da Amelie), per dar spazio ai ricordi che cacciamo nel profondo e che improvvisamente, casualmente, ritornano (il ritrovamento dei giocattoli del signor Bretodeau - o era Bredoteau? - non ricordo )

E' vero che viene rappresentata una Parigi irreale, da cartolina, e che i personaggi sono, senza eccezione, alquanto caricaturali, ma dietro l’aspetto e la confezione quasi favolistica si nasconde il messaggio che invita tutti ad uscire dal proprio guscio e a confrontarsi con gli altri, col mondo.
Guardate i personaggi del film, ognuno è rinchiuso in una sfera di mondo minuscola, dal pittore che dipinge sempre lo stesso quadro, al ragazzo che raccoglie e ricompone i resti delle fototessere, a tutti gli altri…
Alla fine del film si ritroveranno tutti diversi, tutti avranno ritrovato un’altra fetta di mondo, che non era lontana, ma stava dietro l’angolo, e per trovare la quale bastava poco, forse solo un poco d’Amore…
Nel film, quel poco ce lo mette Amelie, nella realtà dovremmo mettercelo noi.
Per il resto, è un film che può trasmettere tanto, a chi ha la sensibilità di coglierlo, anche grazie alla cura dei particolari, alla fotografia in toni caldi, alla colonna sonora, ma ha anche la capacità di chiudere per un paio d’ore il quotidiano fuori dalla porta e di farcelo immaginare diverso, più “buono”, più emozionante."