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IL NOME DELLA ROSA regia di Jean-Jacques Annaud

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Niko.g     7½ / 10  21/05/2015 10:41:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con "Il nome della rosa" siamo ancora lontani dalla propaganda anticattolica in stile "Magdalene", anche se le architravi narrative sono più o meno le stesse: i benedettini sono dipinti con volti deformati e sadici e l'abbazia è un luogo dove si danno appuntamento i vizi più inconfessabili. Però tutto rientra nel quadro di un giallo medievale dai toni grotteschi, anche perché il film traduce sullo schermo gli aspetti più spettacolari del libro omonimo, rendendolo appetibile a coloro che non se la sono sentita di affrontarne il complesso e storicamente discutibile testo.
Musiche, scenografia e costumi sono curati da tre premi Oscar, mentre la fotografia è affidata alle sapienti mani di Tonino Delli Colli.
Certamente l'inquisitore Bernardo Gui, qui presentato come feroce sanguinario, esce malconcio da questo quadretto orroroso (i tribunali dell'Inquisizione erano più prudenti nel consegnare gli eretici al braccio secolare). Analoga sorte tocca ai poveri monaci benedettini, che a dispetto di un'Europa oggi unita solo da una moneta infame, dettero al continente un impulso decisivo sul piano culturale, trasmettendo sapienza, conoscenze tecniche e agricole.
elio91  21/05/2015 11:01:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai ragione, la prudenza non era mai troppa: se non confessavano mentre li torturavano poi mica li arrostivano. Grande Niko.
The Gaunt  21/05/2015 11:23:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo me quando vede Bernardo Gui gli diventa duro.
elio91  23/05/2015 13:22:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"Se non mandi a morte un eretico godi solo a metà"