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ROSEMARY'S BABY - NASTRO ROSSO A NEW YORK regia di Roman Polanski

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Marco Iafrate     9 / 10  20/01/2008 20:38:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se mai ce ne fosse ulteriore bisogno "Rosemary's baby" è la conferma che l'angoscia che deriva da una paura psicologica, non manifesta, sottile, nascosta, non pienamente compresa, crea nel nostro animo un senso di inquietudine di gran lunga superiore a quello che tentano di trasmetterci le pellicole che trasudano sangue, squartamenti e cadaveri di ogni genere; questo è cinema horror, a meno che per horror non si intenda l'orrore inteso come ribrezzo, ripugnanza, disgusto, allora lo splatter può andar bene, se invece vogliamo associare l'orrore all'angoscia, al turbamento, all'oppressione, allora qui ci troviamo senza ombra di dubbio di fronte ad un capolavoro.
Dove però, normalmente, ad ogni opera che riscuote un successo come quello che ha riscosso Rosemary's baby, segue l'orgoglio e la soddisfazione del regista, probabilmente con R.B. Roman Polanski questa gratificazione l'ha assaporata fino alla sera del 9 agosto del 1969 quando la bella moglie Sharon Tate, incinta del loro bambino, viene barbaramente uccisa da tale Charles Manson noto killer dell'epoca, ironia della sorte soprannominato Satana.
Il male si annida ovunque e può esplodere improvviso come una cellula maligna; la contrapposizione tra la normalità che accompagna la vita di tutti i giorni i coniugi Rosemary e Guy in una casa di un palazzo del centro di una grande città, e l'incubo che inizia pian piano ad impossessarsi della giovane sposa all'interno delle mura di casa è rappresentato così bene che lo spettatore si trova a vivere i respiri di Rosemary; è una delle qualità di Polanski riuscire a creare sempre una simbiosi tra noi che assistiamo ed il protagonista, la scelta di Mia Farrow è stata quanto mai azzeccata, la sua interpretazione è straordinaria, non so quante altre attrici avrebbero saputo rappresentare così bene uno stato d'animo quando questo viene investito dallo sgomento, dal terrore dell'inconscio, da forze a noi sconosciute; difficile dimenticare la magrezza, il pallore, gli occhi cerchiati di nero di Rosemary durante la sua discesa all'inferno; c'è da tenere presente che quaranta anni fa le forze occulte facevano molto più paura di adesso, erano gli anni degli esorcismi e delle sedute spiritiche ed il diavolo riusciva ancora ad inquietare ed impaurire; non so se questi timori fossero dettati dall'ingenuità, ma il senso di minaccia che si avvertiva quasi mezzo secolo fa, sono sicuro si possa avvertire anche ad una prima visione di adesso, l'attualità del film è sorprendente, Polanski ha il merito di sconvolgere senza ricorrere ai mezzi consueti dei film dell'orrore, l'immaginazione sostituisce l'effetto, la paura dell'inconscio annichilisce il ribrezzo degli sgozzamenti, il terrore percepito contro quello mostrato, tensione claustrofobica allo stato puro. Consigliato ai nostalgici dell'orrore e non; ad avercene, oggi, di queste pellicole.
Terry Malloy  04/06/2008 14:38:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
condivido ogni cosa Marco, un commento perfetto.
Marco Iafrate  04/06/2008 16:50:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie Terry, un film che mi è piaciuto moltissimo.
Come ti va la caviglia? non dovrai aspettare pure tu i mondiali del 2010 spero! :-)