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PRINCIPESSA MONONOKE regia di Hayao Miyazaki

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jack_torrence     9 / 10  31/01/2011 01:25:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma ancora nessuno ha messo in evidenza gli enormi debiti che Cameron con "Avatar" ha contratto nei riguardi di Miyazaki, specialmente con riferimento a questo film?! Né mi risulta che Cameron abbia reso omaggio al maestro giapponese...
Non voglio ora menzionare i tanti parallelismi che possono essere instaurati tra i due film. Mi basta menzionarne due. 1) quello meno significativo eppure tanto palese: l'assalto dei cinghiali qui e quello dei "rinoceronti" alla fine di "Avatar", 2) quello più grande (al di là dell'evidente affinità tematica) e sfumato: il ruolo del protagonista che si trova a dover scegliere fra la sua "specie" di appartenenza (gli umani) e una "specie" di elezione (il relativo sviluppo narrativo è in entrambi i casi, come da archetipo, segnato da un invaghimento amoroso).

Detto questo, oserei aggiungere che forse persino Terrence Malick, al momento di compiere alcune scelte estetiche per il suo sublime "La sottile linea rossa", forse aveva subìto qualche influenza guardando "Mononoke hime".

Il film è complesso (ricco di sfumature che si assommano tra loro, restituendo una tale serie di suggestioni che rendono piacevoli approfondite visioni successive), e bellissimo (i disegni sono superlativi - specie quelli dell'ambientazione boschiva).
Forse sconta un solo limite, l'eccesso di didascalismo.

Nel finale assistiamo a un'evidente allusione al disastro susseguente l'esplosione di una bomba atomica (evento che per un giapponese riveste purtroppo un significato particolare): anche se in due momenti successivi, e con due diverse valenze (nel film) ci viene mostrato qualcosa che assomiglia molto a un "fungo" atomico e quindi un incandescente "vento" nucleare.
La natura che poi si rigenera è alta poesia.
Il pessimismo che qualcuno ha rinvenuto nel finale scaturisce dall'incerta sensazione che esso lascia quanto alla possibilità - fuor di fiaba (= fuor di film) - di raggiungere l'auspicata sintesi tra Natura e Civilizzazione.
La Storia dell'Uomo (basti solo pensare sempre all'atomica) accredita la sensazione di pessimismo: ossia l'Uomo non riuscirà in quella sintesi, anzi aumenterà il divario con la Natura, nei secoli successivi (pur nella sua atemporalità, il film si colloca chiaramente nella dimensione del Passato).

Pellicola chiave nell'opus di Miyazaki, e probabilmente (se non la più riuscita) la più rappresentativa (didascalica).
Signor Wolf  24/11/2011 19:51:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi


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jack_torrence  25/11/2011 11:45:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
infatti quello, come scivevo nel commento, è un archetipo.
I rimandi di cui parlo a Miyazaki, li intendevo per le modalità stilistiche e per il tema specifico della Natura (e della foresta) su cui i film che menziono si innestano.