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SCARY TRUE STORIES 2 regia di Norio Tsuruta

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Godbluff2     6 / 10  11/06/2022 19:12:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Secondo capitolo della trilogia di film ad episodi per il mercato home-video di Tsuruta. Anche qui tre cortometraggi, anche questi sempre raccontati come "cronache" di fatti sovrannaturali realmente verificatisi, naturalmente con un budget a disposizione equivalente al necessario per comprarsi due caffè in Giappone.
Nel complesso e nonostante una comprensibile messa in scena alla "Piccoli Brividi" orientale, che resta un'impressione per me inevitabile durante la visione, questa seconda tranche di corti horror è più riuscita rispetto alla prima. Basta qualche idea in più nel mettere in scena i più classici spunti dell'horror e delle leggende metropolitane giapponesi, per creare cortometraggi con un'atmosfera più convincente e con qualche soluzione visiva e di regia più efficace rispetto ai tre corti visti nel primo capitolo.
La seconda, quella della casa infestata, è la storia più riuscita, o almeno raccontata meglio, molto classica ma coinvolgente il giusto. Certo, guardandolo non ho potuto fare a meno di trovare molto esagerate le reazioni dei protagonisti di fronte ad una minaccia che in realtà non minaccia mai (te lo dicono loro che è una minaccia potenzialmente mortale, ma noi non ne abbiamo mai il minimo sentore, il fantasma appare totalmente innocuo), ma il corto è gradevole.
Anche il primo, la scuola infestata, ha un'atmosfera azzeccata con il classico canovaccio della prova di coraggio di tre liceali nella loro scuola di notte che, ovviamente, è piena di presenze sovrannaturali; Tsuruta usa bene il suo non avere mezzi, giocando inizialmente con l'inquietudine del non visto, inoltre è molto carino l'uso del suono, bella l'idea del campanellino, suono ossessivo che alla fine viene utilizzato ritmicamente diventando vera e propria colonna sonora diegetica. Peccato solo per quando alla fine Tsuruta decide di mostrare l'apparizione spettrale della donna in rosso... Che per qualche motivo si muove come se l'attrice stesse simulando un ralenty, come farebbero in uno sketch comico-demenziale, cosa che fa un tantino perdere di credibilità al tutto.
Questi racconti sono sempre narrati da colui (ma quasi sempre colei) che ha raccontato di aver vissuto il fatto, a volte tramite semplici didascalie, altre volte con voci fuori campo; il terzo corto di questo episodio, ambientato nell'anch'esso super-classico ospedale infestato, vede la narratrice e protagonista dell'episodio infrangere direttamente la quarta parte rivolgendosi allo spettatore, prima che la sua disavventura sia narrata attraverso un flashback. Azzeccata anche qui l'atmosfera da tipica storia dell'orrore/leggenda metropolitana, carina la scena dell'incontro col vecchio fantasma/paziente morto il giorno prima. Ah, qui le manifestazioni sono più aggressive rispetto a quelle dell'episodio della casa, dove tutti si cacàvano sotto ma alla fine non è successo mai nulla di serio.
Il finale dell'episodio però è abbastanza trash, anche se nelle intenzioni puntava più sulla malinconia, presumo.
Insomma, tre cortometraggi passabili, a bassissimo budget ed estremamente grezzi, buoni per chi come me è attratto da questo tipo di formato narrativo, ma nulla più.