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PISTOL OPERA regia di Seijun Suzuki

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jack_torrence     8 / 10  19/08/2014 16:53:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il fascino di questo film di ascendenza godardiana (di fruibilità non facile) sta quasi tutto nella sua anarchia semantica. Reinventare il cinema, immaginare, anche se in modo decostruttivista e quasi astratto, altre sue possibilità, non è impresa da tutti (specialmente non da un regista in là con gli anni).
La trama è futile e pressoché priva di importanza. Occorre lasciarsi avvincere dalle idee di messa in scena. Se limite ho avvertito, è nel ritmo: una insistita ieraticità non aiuta e i cambi di ritmo sono forse troppo "calcolati" per accompagnare lo spettatore.

"Pistol opera" è un'allegoria dell'esistenza come costrizione alla lotta all'eliminazione dell'altro, avversario per la sopravvivenza entro una gerarchia. In questa visione c'è anche una morale. Profondamente giapponese, profondamente orientale. La libertà è possibile attraverso la morte. Il finale se non proprio il raggiungimento del nirvana sicuramente ricorda molto l'uscita dall'eterno ciclo di morte e rinascita. Vedi spoiler.

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