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TEKE TEKE 2 regia di Kôji Shiraishi

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Ciaby     6½ / 10  16/09/2009 15:36:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi stavo già preoccupando sulle sorti di Shiraishi dopo aver preso visione di "Teketeke", un buon filmettino horror, ma decisamente lontano dai canoni altissimi di opere come "Noroi" (l'unico film ad avermi terrorizzato a morte) o dello straordinario mediometraggio poetico "Dead Girl Walking". Mi stavo ancora preoccupando sul fatto che l'opera minore di Shiraishi avesse un seguito, quando decisi di guardare questo "Teketeke 2" forse per completismo o forse perchè, semplicemente adoro Shiraishi e gli horror asiatici in generale. Incredibilmente, questo sequel supera il predecessore, anche per certi approfondimenti sulla trama, sui personaggi e una certa ricerca psicologica sulle loro paure.
Ancora una volta Shiraishi mette in scena un festival della carne (strano come nell'ultimo periodo abbia rinunciato alle ambientazioni crepitanti del suo cinema in favore dello splatter più feroce): liceali letteralmente spezzate in due, sangue che schizza e altre amenità simili. Nonostante tutto, il maestro dell'horror nipponico è ancora in grado di creare una certa atmosfera oscura, una buona suspense e una tensione ai massimi livelli. La storia rispetto al prima non cambia di molto (anche se l'assenza di subs anglofoni non mi rendono certo al 100%): scolarette si raccontano una leggenda urbana su una donna tagliata a metà e muoiono dopo tre giorni. Una di loro tenta di risolvere il mistero e porre fine alla maledizione.
Per fortuna che Shiraishi riesce ad alzare d'interesse miscelando argutamente elementi orrorrofici ad altri più psicologici, lividi e tesi come una corda di violino. Ecco perchè questo sequel è migliore del primo capitolo della saga, che non era altro che un filmetto sanguinolento di facili sussulti.
Ho gradito molto la regia digitale e una certa ricerca sulla fotografia, che alterna momenti freddi ad altri caldissimi, fino a saturazioni estreme per i momenti più forti (mi ha ricordato gli sbalzi cromatici di Wakamatsu).