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LA FIGLIA DELL'INGANNO regia di Luis Buñuel

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Invia una mail all'autore del commento wega     8 / 10  06/08/2009 19:55:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Molti minori tra il '51 e il '54 per Luis Bunuel, pellicole quasi sempre prodotte per riuscire a mangiare. Vanno dette alcune cose: tra il '32 e il '50, l' anno di "Los Olivados", non è stato per niente un periodo di blocco per il regista spagnolo, che tra il '35 e il '36, in veste di produttore esecutivo alla Filmòfono giunto direttamente da una filiale della Paramount, ha prodotto, scritto, e a volte co-diretto ben 4 film, tra cui la commedia di "Don Quintin" che questo "La Figlia dell' Inganno" ne è il remake. Difficile cavarne qualcosa da quest' opera, emerge ovviamente una critica alla famiglia borghese, ma la mise en scene non ha gran che di bunueliano, se non altro per un geniale stacco temporale in avanti di vent' anni dall' interno di un armadio, con tanto di ante a far da tendine diegetiche. Ruolo preponderante, come spesso accade con Bunuel, lo ha il denaro, quel denaro sporco che Don Quintin disprezza prima del tradimento ma che forse non ne sarà poi così estraneo venti anni dopo, come proprietario di quel locale notturno che si chiama, senza tanto stupore, "El Infierno". Nella Figlia dell' inganno emerge anche lo straordinario senso dello humor dell' autore, per quel che è probabilmente il suo film più divertente, sempre in bilico tra una tragedia annunciata - complici le caratterizzazioni calienti - e la commedia da cui è tratta l' opera; ruolo decisivo in questo senso lo stucchevole, a volte, caratterista Fernando Soto, presente in quasi tutti i film di quegli anni. Happy-ending, è anche un film emozionante.