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LA FIGLIA DELL'INGANNO regia di Luis Buñuel

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Terry Malloy     7 / 10  16/01/2014 00:06:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Bunuel riusciva nell'impresa davvero titanica di tirare fuori da filmacci banalotti e commerciali delle perle di divertissement e bonaria profondità sentimentale. Non fa eccezione questo "Don Quintin" che ci presenta un terzetto di tenero cinismo e una controparte melodrammatica nella vicenda stereotipata dei due ragazzi. Bunuel riesce a far sorridere lo spettatore dopo quasi settant'anni, un sorriso che attraversa tutta la gamma degli atteggiamenti valutativi: c'è il sarcasmo, l'ironia sottile, la tenerezza, la malinconia, la nostalgia, e il puro divertimento (specie nelle dinamiche relazionali tra Quintin e i due scagnozzi). Concordo nel citare la scena del prete come preponderante: pur essendo destinato a un pubblico facilone, Bunuel non si risparmia in fatto di atteggiamenti personalistici. Non solo nella critica verso la Chiesa, ma anche nella presentazione di personaggi che comunque presentano un'umanità leggermente equivoca, goffa e limitata. Da notare il frequente ricorso alla rissa, alla virilità, all'onore risolto a pistolettate. Un tratto tipico del carattere del regista.