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BASTA CHE FUNZIONI regia di Woody Allen

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kafka62     6½ / 10  07/04/2018 10:28:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il fatto che questo film di Woody Allen sia migliore di tutti quelli girati dopo "Match point" non deve illudere: il copione di "Basta che funzioni" non è infatti il parto recente di una ispirazione ormai inesorabilmente inariditasi, ma risale ai lontani anni '70 (è un po' come se Bob Dylan o i Rolling Stones tirassero fuori dagli archivi qualche canzone inedita dei tempi di "Blood on the tracks" o di "Sticky fingers"). Il risultato non è certo un capolavoro, ma almeno si ride di gusto di fronte a una sfilza di battute elargite finalmente con il giusto ritmo e senza parsimonia. Se al posto di Larry David (a proposito, davvero bravo come alter ego del regista) ci fosse stato Woody Allen si avrebbe avuto davvero l'impressione anacronistica e straniante di ritrovarsi in svariate pellicole del passato più o meno recente, tanto i temi affrontati sono una costante della sua filmografia: l'amore tra Boris Yelnikov e una donna più giovane ed ingenua ("Manhattan", "Una commedia sexi in una notte di mezza estate", "La dea dell'amore"), la misantropia del protagonista ("Harry a pezzi", "Anything else"), la sua ipocondria ("Hannah e le sue sorelle") e il suo pessimismo cosmico ("Io e Annie", "Crimini e misfatti"), l'accettazione di una filosofia di vita fondata sul caso come dispensatore di provvisorie e labili felicità ("Ombre e nebbia", "Melinda e Melinda"), i dialoghi con gli spettatori ("Io e Annie", "La rosa purpurea del Cairo"), lo shakespeariano happy end ("Una commedia sexi in una notte di mezza estate", "Hannah e le sue sorelle"), ecc. ecc. E' ovvio che da ciò che si è detto il film è consigliabile principalmente per i fans di lunga data di Woody Allen, i quali si crogioleranno di fronte a battute tipo quella che "Dio è un arredatore gay" come coloro che vanno ai concerti di Vasco Rossi solo per riascoltare pezzi come "Albachiara" o "Vita spericolata". Per chi è invece alla ricerca di qualcosa di originale e innovativo, temo che Allen non faccia più al caso suo: a costoro si può solo rispondere, prendendo a prestito l'espressione che dà il titolo al film, "basta che funzioni (ossia – in altri termini - che questa operina a metà tra Marivaux e una situation comedy televisiva, pur leggera e di corto respiro, assolva al compito di divertire e fare ridere per 90 minuti, senza pretendere che sia destinata a chissà quale fama incorruttibile ed eterna).