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DISTRICT 9 regia di Neill Blomkamp

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Gabriela     8 / 10  14/10/2009 09:43:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
District 9 è innovativo, il documentario si inserisce nel film senza essere pesante e non irrita il continuo movimento della telecamera.
Finalmente un film che inizia “dopo”; non dobbiamo aspettare l'arrivo degli extraterrestri ed il loro inserimento con gli uomini, qui la storia parte 20 anni dopo il loro sbarco sulla terra.
Realistico e assolutamente non commerciale.
Patriottismo o lieto fine?

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Assolutamente da non perdere.
Satyr  14/10/2009 11:32:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Visto ieri, molto bello!
maremare  14/10/2009 11:59:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
brava amò
paul  14/10/2009 12:16:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grande!
Gabriela  14/10/2009 12:32:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ohhh... I miei uomini
VVB
Blue Velvet  14/10/2009 14:01:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
voi siete dei decelebrati...ma come si fa a dare 8 a una serie di boiate una in fila all altra!! mah..allora hanno ragione i produttori che continuano a sfornare film ignobili, finchè c'è gente come voi che va a vederli....
maremare  14/10/2009 14:53:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
stai scaccolando nel post della nostra amata gabri idiota.. e il tuo puzzo sa di Fake vomitato da un BastErdo InGlorioso

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paul  14/10/2009 17:40:21Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vorrei sapere se, in effetti, sia possibile presumere la sussistenza di un processo di dissimilazione avente ad oggetto la parola “decerebrato” per cambiarla in una sorta di gergo più facilmente pronunciabile, “decelebrato”?



Più che il dato fonetico in sé rappresentato dalla dissimilazione, cioè, tecnicamente, dal fenomeno di differenziazione tra suoni identici (in questo caso le due /r/ di decerebrato) o simili, presenti nella stessa parola – trattasi di meccanismo attivo nel passaggio da una lingua madre a una che la prosegue (pensiamo al latino venenum, che diventa veleno in italiano) – qui è da sottolineare il fenomeno più generale di cui quello fonetico suddetto si fa strumento: la paretimologia o etimologia popolare, che «si verifica o negli espliciti tentativi metalinguistica popolari di spiegazione della parola, oppure in modo implicito allorché, venuta meno la trasparenza motivazionale della parola, la fantasia creatrice dello spirito popolare conia una ...

Stefano Genick



Più che il dato fonetico in sé rappresentato dalla dissimilazione, cioè, tecnicamente, dal fenomeno di differenziazione tra suoni identici (in questo caso le due /r/ di decerebrato) o simili, presenti nella stessa parola – trattasi di meccanismo attivo nel passaggio da una lingua madre a una che la prosegue (pensiamo al latino venenum, che diventa veleno in italiano) – qui è da sottolineare il fenomeno più generale di cui quello fonetico suddetto si fa strumento: la paretimologia o etimologia popolare, che «si verifica o negli espliciti tentativi metalinguistica popolari di spiegazione della parola, oppure in modo implicito allorché, venuta meno la trasparenza motivazionale della parola, la fantasia creatrice dello spirito popolare conia una nuova motivazione, forzando talvolta anche la forma sonora della parola affinché si adatti alla nuova motivazione» (Dizionario di linguistica, diretto da Gian Luigi Beccaria, Einaudi, 1994, p. 545).



In altre parole, come scrive Gianfranca Lavezzi nel suo Breve dizionario di retorica e stilistica (Carocci, 2004, p. 89), «il parlante di scarsa cultura, di fronte a una parola “difficile” e per lui inconsueta, tende a memorizzarla nella forma di una parola a lui nota, simile alla prima, di significato diverso ma apparentemente congruo». Alcune delle nuove creature, in effetti, sono entrate addirittura in pianta stabile nella lingua, cacciandone la forma originaria: è il caso di malinconia, ricorda la Lavezzi, che prende il posto di melanconia (dal greco mélas ‘nero’ + kolé ‘bile’), poco trasparente, reinterpretato in malinconia per attrazione di male. Più spesso, la nuova formazione, anche se ricorre sulla bocca dei meno colti o dei meno consapevoli linguisticamente, resta a livello di “errore” più o meno diffuso, frutto comunque di uno sforzo interpretativo a suo modo creativo. È il caso anche di decelebrato. La forma corretta, decerebrato, difficile e inconsueta, non è avvertita come trasparente nel suo derivare dalla forma letteraria e antiquata cerebro ‘cervello’ (che riprende pari pari il latino cerebrum; da notare, tra l’altro, che in italiano cerebro- è primo elemento di composizione in termini dell’anatomia medica [cerebroleso, cerebrospinale]). Da cerebro deriva l’aggettivo cerebrale.



Il primo significato di decerebrato aggettivo e sostantivo resta quello medico di ‘che, chi ha il cervello non attivato funzionalmente’ ed è possibile che proprio nell’ambito delle relazioni tra pazienti (e familiari di pazienti) e medici sia nata la reinterpretazione per paretimologia decelebrato, in cui il tratto semantico della mancanza di attività del cervello e l’assenza dunque di pensiero e di personalità siano state tradotte nel fatto di non poter risultare celebre, cioè noto e presente nel mondo per fama. C’è da pensare che l’uso di decelebrato abbia potuto prendere qua e là piede trovando rinforzo in usi secondari, cioè in contesti figurati (decerebrato = ‘scemo, stupido’).



Spesso le formazioni paretimologiche sono state notate dagli scrittori, che ne hanno fatto uso comico: Alberto Savinio cita le Isole Balneari, anziché Baleari, appetitivo, invece di aperitivo, per evidente influsso di appetito (l’aperitivo in effetti stimola l’appetito…); Primo Levi riferisce di tintura d’odio, cloruro demonio, aria congestionata, acqua portabile (esempi citati da Bice Mortara Garavelli in Le figure retoriche, Bompiani, 2001). E come dimenticare la parente, in luogo della parentesi, nell’incolta e proverbiale lettera dettata da Totò a Peppino De Filippo in Totò, Peppino e la malafemmina?




Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  14/10/2009 17:48:18Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La più bella fu la fusione ad opera di Project Pat: decerebroleso.
Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  14/10/2009 15:23:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Magari evitiamo le offese e limitiamoci alle critiche nel merito, per favore.
quadruplo  14/10/2009 21:54:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
siete i peggiori..l'avete visto tutti..
Gabriela  15/10/2009 09:38:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ghggh
non ti resta che andare al più presto!
Corri corri corri