Jellybelly 10 / 10 24/02/2024 23:24:44 » Rispondi Devo vergognosamente ammettere che non avevo ancora visto Rocco e i suoi fratelli: per fortuna ho sanato questa mia assurda mancanza, perché questo film è un capolavoro.
Visconti (con un gruppo di sceneggiatori in stato di grazia tra cui Vasco Pratolini e Suso Cecchi D'Amico) riesce nel miracolo di girare un film denso di tematiche ma tutte gestite in modo misurato e armonioso: l'abbandono del sud per cercar fortuna al nord, il fascino perverso e corruttore esercitato dalla città, i rapporti di famiglia, la violenza (sessuale ma non solo), il riscatto sociale.
E lo fa con i 5 fratelli Parondi:
- Vincenzo (che all'inizio sembrerebbe il protagonista), il primogenito, su cui la madre fa affidamento per il mantenimento della famiglia ma che si rileva sostanzialmente un pusillanime: non prende mai una decisione forte, non ha particolari talenti né forza d'animo. - Simone, il secondogenito, il personaggio più sfaccettato e complesso assieme a Rocco, di cui è la controparte ed il cui sviluppo genera quello, antitetico, di Rocco. Interpretato da uno strepitoso Renato Salvatori, Simone è quello tra i fratelli che subisce di più il trasferimento a Milano, da cui si fa presto corrompere. Se all'inizio era solo uno spaccone, peraltro molto dotato dal punto di vista pugilistico, con il tempo diventa un piccolo delinquentello, uno scansafatiche, un indolente che getta alle ortiche anche il proprio talento, fino a diventare
- Rocco, il terzogenito, il medio, il cui sviluppo nel film procede per contrasto ed antitesi rispetto a quello di Simone: all'inizio del film non parla mai, resta in disparte, non cerca mai i riflettori; a mano a mano che il fratello si perde lui si carica il peso della famiglia sulel spalle, con una capacità di perdonare che ha del sovrannaturale (e che lo porterà anche a rinunciare a Nadia), Rocco sacrifica tutto e tutti sull'altare della famiglia, e nel farlo si ritrova a sviluppare anche il talento pugilistico che sarebbe dovuto appartenere a Simone. Il finale con
il suo volto bellissimo sulle copertine dei giornali è uno scherzo piuttosto amaro, considerando che all'inizio del film Rocco sembrava quasi nascondersi dietro gli altri fratelli
. - Ciro, il quartogenito, l'anima forse più concreta e distaccata della famiglia, che passa dall'adorare SImone al disprezzarne l'evoluzione. - Luca, l'ultimo: è solo un bambino, e come tale subisce le decisioni dei fratelli grandi, che raramente si curano di cosa Luca possa pensare di tutto quello che succede attorno a lui.
Il mosaico che ne risulta è così vivido da lasciare senza fiato. E mentre si osserva la discesa agli inferi di Simone e la contemporanea ascesa di Rocco, si trova anche il tempo di rimanere a bocca aperta per alcune scene da storia del cinema:
- La violenza perpetrata da Simone a Nadia, con Rocco costretto a guardare, che è insostenibile. E lo sarebbe ancora oggi. - L'omicidio di Nadia da parte di Simone, in un paesaggio illuminato mentre Simone si avvicina a Nadia come un'ombra scura; Nadia apre le braccia quasi ad accogliere la morte, prima di urlare che non vuole morire. L'intera sequenza è da pelle d'oca. - L'ingresso di Simone nella sala da pranzo mentre tutto il resto delal famiglia sta festeggiando: tutti i fratelli sono vestiti di bianco e sono ben illuminati, mentre SImone èscuro ed in penombra: la composizione chiaro/scura che ne deriva è di una potenza visiva raramente vista in altre pellicole del tempo.
Ma veramente non basterebbe un trattato per descrivere la grandezza e la modernità senza tempo di questo film. Vedetelo tutti, assolutamente: attualmente lo trovate su RaiPlay, ma non so ancora per quanto. Fatevi un regalo, non ve ne pentirete.