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THE GIRLFRIEND EXPERIENCE regia di Steven Soderbergh

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     4½ / 10  04/01/2012 14:55:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Il sovrastimato Soderbergh dovrebbe mettere una bella pietra sopra i suoi scellerati intenti da regista sperimentale.Già non lo trovo granchè interessante quando si prodiga in film destinati al grande pubblico,mi giunge addirittura insopportabile nei suoi esercizi di stile che lasciano trasparire un narcisismo veramente imperdonabile.Il pregevole "Bubble" sarà stato un caso,il Soderbergh underground infatti non ha mai avuto nulla da dire e con "The Girlfriend Experience" convalida il sospetto pur non raggiungendo lo squallido nulla di "Full Frontal".
Siamo nella Grande Mela in piena crisi,Chelsea/Christine è una escort di lusso che ama accompagnarsi a facoltosi uomini d'affari eternamente lamentosi riguardo lo stato di recessione economica in cui versa il paese,situazione che comunque non impedisce loro di portarsi a letto una tanto elegante quanto costosa prostituta.
Lei è dolce,comprensiva ma trattenuta nell'espressione dei suoi sentimenti,spesso indecifrabile come una sfinge e alla faccia della professione che svolge vive una relazione stabile con il personal trainer Chris.Le cose si complicheranno quando un cliente andrà oltre il mero oggetto sessuale creando un rapporto di reciproca attrazione con la ragazza.
Film noiosissimo per fortuna dalla durata esigua ma sfiancante nel suo incedere verboso,infarcito da dialoghi inutili che imbastito il tema si perdono nell'oblio.Un vuoto pneumatico sembra ammorbare le figurine di questo teatrino degli orrori in cui tutto è artefatto.La relazione tra i protagonisti non è assolutamente credibile,Soderbergh scava nei loro caratteri non ricavandone nulla,giungendo quasi patetico nello sforzo di dar loro un minimo spessore.
Non basta una miriade di inquadrature fisse in suggestivi interni,la presenza di una (ex?) pornostar incredibilmente adatta al ruolo come la deliziosa Sasha Grey,una narrazione non lineare,continuamente destrutturata (a quale pro non è dato sapere),per scatenare il pur minimo coinvolgimento in questo ennesimo excursus autocelebrativo del regista.
Da salvare la cupa fotografia e la particolarissima colonna sonora.