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ZINDA regia di Sanjay Gupta

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Ciaby     6½ / 10  20/12/2009 20:55:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sconosciutissimo remake indiano del capolavoro/cult del cinema coreano "Old Boy".

Senza dire troppo sulla trama, ormai conosciutissima, ad un'ora dalla visione ero quasi sconcertato dal fatto che "Zinda" (traduzione dall'indiano: "Sopravvissuto") stesse proseguendo proprio come un plagio spudorato dell'originale di Park Chan-Wook, con l'unica variante di una (bruttarella) fotografia virata di blu (ma perchè?) e dell'ambientazione: la solare ed esotica Bangkok, in Thailandia (anche se gli attori sono tutti indiani).

Basta citare due scene: quella del corridoio e quella dei denti strappate. Copiate scena per scena da quello di "Old Boy".

Per fortuna che nella seconda parte, il regista (già esperto in ambito remake: sua è la versione bollywoodiana di "Le Iene" di Tarantino, sotto il nome di "Kaante": altro remake sconosciutissimo che ho e di cui devo ancora prendere visione) opta per una piega finalmente personale, stravolgendo (quasi) completamente il delinearsi della storia e il movente di tutto. Niente incesto, niente colpi di scena troppo sensazionali. E forse è meglio così.

Solo che quel gratuito finale hollywoodiano, con duelli verbali e happy ending che strappa una lacrimuccia proprio non si può vedere.

Fondamentalmente un filmetto.
Sì.
Il regista realizza un film action-thriller abbastanza piacevole, d'intrattenimento e superiore a molti altri cugini americani. Ma che senso ha rifare un film che proprio non ha bisogno di copie? Metto 6.5 perchè dopotutto non mi ha annoiato, mi ha coinvolto e perchè ho gradito molto l'ultima parte, dove le cose (per lo meno) cambiano un po'.

Sono sicuro, però, che se a prendere visione sarebbe uno spettatore che non ha visto "Old Boy" sicuramente il voto sarà maggiore.
Ma come fare a premiare "Zinda" quando il cuore batte al ritmo di Park, soprattutto quando la regia perde l'eleganza tipica di Chan-Wook in favore ad una regia di maniera e ad andazzo?

Ottimo il cast: soprattutto John Abraham, il K del magnifico "No Smoking", che qui gioca la parte del cattivo in modo soddisfacente. Meno efficace è il protagonista Sanjay Dutt: bravo, ma a tratti irritante con il suo intento di emulare il fascino/genio di quel Choi Min-Sik che rapiva il cuore.

Post scriptum: grazie a Dio il progetto di un remake americano (potenzialmente inguardabile e già condannato) è stato cestinato. Un remake basta e avanza, anche perchè gli yankee sarebbero riusciti a farlo girare a Tom Hanks con Will Smith e Leonardo Di Caprio nel cast. Mi vengono i brividi. brrr...