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LADRI DI BICICLETTE regia di Vittorio De Sica

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Terry Malloy     8½ / 10  10/03/2007 15:17:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
mi pesa molto dare un voto normalmente al di sotto della media, ma a me è piaciuto fino a un certo punto.
a De Sica non tolgo nulla, è un grande regista (anche se preferisco Fellini, ma non si sa mai) e questo è il Neorealismo per eccellenza, ne ho visti altri di film di questa corrente come Soliti Ignoti, La Strada, Ossessione e mi sono piaciuti immensamente (soprattutto il primo), ma questo non mi ha preso alla stessa maniera degli altri. tutti quelli citati hanno quest'enorme ombra di amarezza, disillusione, tristezza, ironia, povertà, ma questo supera il livello che gli altri registi non hanno mai valicato (meglio). ora si dirà che dovevo guardarlo più a fondo e cosa del genere, ma a me tutta questa tristezza, quest'alone di miseria (non oggettiva, ma spirituale, interiore) mi ha toccato negativamente (ho tra l'altro dormito malissimo dopo e per tutta la sera sono rimasto inavvicinabile, tanto era il mio rancore) e ne sono ancora scosso. una scena che mi ha ferito è stata quella in cui il bambino che suona la fisarmonica viene calciato via dall'attacchino che sta spiegando il lavoro al protagonista con una violenza, una cattiveria, una malvagità spaventose.
il film a mio parere prende due cose: la situazione italiana nel dopoguerra che tutti notano e che è un simbolo del neorealismo e la ricerca del vero: è una mia fissa poichè il mio scrittore preferito è Manzoni e farò un confronto con le due differenti ricerche di questo verostorico: l'interrogativo che pone questo motivo letterario è Dov'è nel mondo la giustizia? ne I Promessi Sposi e in Ladri di Biciclette notiamo come l'umile viene martoriato dalla giustizia terrena in ogni luogo: nella polizia, nella religione, nella società, nella famiglia. anche Renzo nei capitoli su Milano è un innocente perseguitato dalla giustizia, ora questi due capolavori hanno una sostanziale differenza, ossia che il romanzo offre una via di salvezza, quella divina (la vera giustizia è quella di Dio e alla fine il vero cristiano è vessato da quella dell'Uomo, ma trionfa prima o poi tramite la Carità e la Grazia divina...in soldoni, ma è più complicato), mentre il film non offre nulla e seppur arrivi a una rappresentazione quasi documentaristica della realtà, non offre nulla allo spettatore se non profonda sfiducia e disillusione; era il Dopoguerra, ma non poteva essere meglio senza sfociare nel buonismo, dare una visione di speranza a questa realtà? il mio è un interrogativo senza pretese e senza moralismo religioso, perchè comunque è un film bellissimo.
amterme63  14/03/2007 23:54:43Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In realtà la speranza c'è: è l'affetto reciproco che unisce padre e figlio. Potrà capitare qualunque disgrazia, ma qualcuno che ti è vicino ci sarà sempre. Non è poco !!
Caro Terry, con il tempo imparerai che la realtà offre poche poche speranze, ancora meno di quelle che vedi nei film o leggi nei romanzi. Dall'alto non arriva niente, dai retta a me. Bisogna arrangiarsi con le nostre forze, con la nostra cultura.
Terry Malloy  19/03/2007 21:16:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
le nostre forze e la nostra cultura sono equiparabili alle gambe di un bambino di un mese se si vuole camminare nella realtà: le forze mancano dopo un pò se non si trova più uno scopo per andare avanti (magari leggi qualche commento sul personaggio dell'Innominato nei Promessi), la cultura non serve a niente, perchè tu puoi aver vissuto tutte le esperienze che vuoi, aver studiato quanto vuoi, ma se non hai qualcosa che regga la tua intelligenza e la tua cultura vitale, alla fine perdi la voglia di stare con gli altri perchè li ritieni poco e niente rispetto a te e pian piano ti chiudi a Xanadù come Charles Foster Kane o come Don Ferrante nei Promessi
Terry Malloy  19/03/2007 21:10:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
si ma il rapporto fra padre e figlio giova fino a un certo punto perchè poi la bici non la ritrovano.
sulla questione dell'alto non è questione di dare retta a un adulto che la sa più lunga, perchè su questo piano i miei genitori mi dicono il contrario e suppongo siano più anziani di te, inoltre Amterme prova a non vedere Dio non come una macchinetta che ti aiuta nelle difficoltà se inserisci il soldino-paradiso, se la metti su questo punto è ovvio che non arriva niente da Lassù, piuttosto è tramite l'insegnamento e l'esempio di Cristo che s'impara a vivere e a cambiare la relatà che ci circonda, allora non sarà più la realtà a offrire qualcosa a noi, ma noi offrire qualcosa a lei, agli altri
Marlon Brando  10/03/2007 16:16:25Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non a caso si chiama neorealismo: vuole mostrare la realtà senza sotterfugi moralisti o liberatori. Se il film ti ha colpito in questo senso, allora ha centrato l'obiettivo.

(I soliti ignoti e La strada non sono film neorealisti).