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LADRI DI BICICLETTE regia di Vittorio De Sica

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)     10 / 10  28/11/2010 22:30:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ora capisco perchè "Ladri di biciclette" è uno dei maggiori capolavori che il cinema abbia mai prodotto. Ne avevo sentito parlare molto e bene ma non mi sarei mai aspettata un film così forte, meglio di "Umberto D" e "Sciuscià". Questo film è una delle opere fondamentali del Neorealismo. Il critico francese Andrè Bazin lo descrive anche come uno dei migliori film comunisti; il fatto che nel 1949 abbia però ricevuto l'Oscar come miglior film straniero fa capire che negli Stati Uniti non venne percepito in quel modo. Ironicamente, l'unica scena che incappò nella censura americana fu quelle in cui il bambino fa pipì per strada. Il film è frutto della collaborazione tra lo sceneggiatore Cesare Zavattini, il regista Vittorio De Sica, attori non professionisti e molti altri soggetti, ma tutti appaiono così orientati verso l'unica volontà creativa che non c'è alcun motivo di provare a separare i meriti e dubitare della coesione del film. "Ladri di biciclette" contiene quella che è forse la più grande rappresentazione della relazione tra un padre e un figlio nella storia del cinema, ricca di vibrazioni sottili e di mutevoli sfumature tra i due personaggi in termini di rispetto e fiducia. Il film presenta anche degli accenni di commedia alla Chaplin, come nel comportamenti dei due ragazzini che pranzano al ristorante. Associato a "La vita è bella" (1997), questo film ci ricorda come il cinema mondiale e il suo rapporto con la realtà si siano spesso ispirati allo sguardo dell'infanzia.