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UMBERTO D. regia di Vittorio De Sica

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Invia una mail all'autore del commento Zazzauser     10 / 10  03/03/2011 23:41:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
«Se è vero che il male si può combattere anche mettendone a nudo gli aspetti più crudi, è pur vero che se nel mondo si sarà indotti - erroneamente - a ritenere che quella di Umberto D. è l'Italia della metà del XX secolo, De Sica avrà reso un pessimo servizio alla sua patria, che è anche la patria di Don Bosco, del Forlanini e di una progredita legislazione sociale» (Giulio Andreotti, su "Umberto D.")

60 anni fa. L'epoca della grande rinascita del cinema italiano sembra lontana secoli. Eppure, alla faccia di una censura statale e politica che, per mascherare il proprio, accusò di "disfattismo" una forma d'arte pura e semplice, oggi il grande film di De Sica alla pari del suo anziano protagonista spande per l'aria cento volte più fiero e roboante il suo grido di libertà e di dignità.
E' già stato detto tutto quello che c'era da dire su questo film. Un immortale capolavoro della migliore coppia De Sica / Zavattini, un'opera che ci fa guardare con nostalgia e fierezza al glorioso ma difficile periodo del nostro cinema del dopoguerra, un film che racchiude in sé il vero miracolo dell'arte che si eleva al di sopra della bufera della Storia ed anzi, prendendosene quasi gioco, ne sfrutta i catastrofici effetti sulla realtà di tutti i giorni facendone paradossalmente scaturire una rara poesia ed emozioni ancor più pure e genuine.
Umberto Domenico Ferrari esemplifica in un solo personaggio l'Italia intera. Quella che, uscita in ginocchio dal conflitto, anzichè arrendersi alla solitudine, all'emarginazione e alle difficoltà quotidiane si rimbocca le maniche e lotta per la propria sopravvivenza senza mai perdere di vista la sua dignità.
Quello di Umberto D. è il cinema che tutti noi rimpiangiamo, quello che contro tutti e contro tutte le aspettative ha consacrato l'Italia come la stella più fulgida del firmamento cinematografico globale.
Non credo che ci sia null'altro da aggiungere: un pezzo di storia. Imperdibile.