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LA PRIMA LINEA regia di Renato De Maria

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Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73     6½ / 10  13/04/2010 15:25:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A De Maria interessa poco riprodurre un fedele profilo storico e tradurre in immagini un’epoca intrisa di violenza e sangue.Il regista si concentra sulla figura di Sergio Segio,elemento di spicco e mente militare di “Prima linea”,organizzazione terroristica che fece lungamente parlare di se durante gli anni di piombo.Si cerca di portare a galla le motivazioni che spinsero dei giovani a tramutarsi da arrabbiati manifestanti ad assassini spietati.De Maria ricerca quell’istante,quel punto di non ritorno in cui tutto cambiò senza purtroppo riuscire con chiarezza.
Il regista racconta del crollo di un’organizzazione che utilizzò gli stessi metodi repressivi di chi si trovò a contrastare,per questo motivo precipitata in disgrazia,incapace di stabilire un contatto con il mondo esterno e a comprenderne le esigenze.
I dubbi di Segio e il suo pentimento sono immortalati attraverso dialoghi asciutti ma significativi,non vi è nessuna concessione alla celebrazione di personaggi dalle mani lorde di sangue,ma un ritratto distaccato durante il quale la confusione e gli interrogativi su gesta sempre più crudeli emergono con estrema intensità.
Il film funziona bene nella gestione dei vari rapporti affettivi di Segio,soprattutto con l’amata Susanna,a sua volte terrorista,personaggio energico ben interpretato dalla Mezzogiorno,affiancata con successo da uno Scamarcio controllato ed efficace.
L’assenza di un quadro storico più definito limita il peso specifico della pellicola,sicuramente interessante ma distaccata,non inquadrata in un contesto socio-politico evidente.Come i personaggi presentati,costretti a vivere reclusi in angusti appartamenti e a vivere sottotraccia,impossibilitati a godere degli affetti più cari e di un amore come si conviene in nome di un’ideologia che diventa folle ossessione,senza che tutto ciò venga approfondito a dovere.