kowalsky 7 / 10 09/09/2009 00:56:55 » Rispondi La Comencini ha spesso affrontato temi complessi e controversi, ma con una certa superficialità. La sua sincerità è incontestabile, la forma molto meno. Ma "Lo spazio bianco", con la sua angosciante attesa ("Non posso andare in giro a dire che sta morendo, o dire che sta nascendo") nel Limbo tra la vita e chissà che altro, è probabilmente il suo film migliore. Valga per tutti la sequenza della Buy che si tappa le orecchie per non sentire (non vedere) e avvisa tardivamente i medici di una possibile complicazione in atto: un'immagine emblematica della coscienza contrastante di Maria, del suo desiderio/rifiuto (tardo)materno. La notevole fotografia di Bigazzi restituisce al film una forte componente di angoscia, angoscia che coinvolge lo spettatore nel crocevia di una vita/morte tardiva e non solo dal punto di vista "delle sole donne". Ed è ciò che risalta maggiormente, e riesce a farci dimenticare le banalità di certi dialoghi, o un paio di personaggi/situazioni altamente improbabili (come la vicina di casa che ha perso il collega di lavoro o gli incontri di Maria con l'ex-marito). Insomma, per una volta la Comencini si tiene distante, gradatamente, dal linguaggio delle fiction, anche se viene da pensare a Oriana Fallaci quando, con meno disperazione e più rabbia, reclamava il diritto uterino di decidere sul proprio corpo, uccidendo così il desiderio di una prole condivisa ("lettera ad un bambino mai nato")