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CASE 39 regia di Christian Alvart

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oh dae-soo     7 / 10  06/11/2010 14:24:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE. Il commento contiene anticipazioni.

Case 39 è uno di quei classici buoni film per cui quando un amico (o un cliente...) ti consiglia un titolo di genere vai sul sicuro di non deluderlo. Magari non gli stai offrendo un capolavoro, ma al giorno d'oggi con un cinema incredibilmente mediocre nel settore thriller la visione di Case 39 puo' risultare senz'altro piacevole.
Il titolo si riferisce al numero del caso arrivato nella scrivania dell'assistente sociale Emily (interpretato da una Zellweger non trascendentale, magra ma gonfia in viso), quello di Lilith, una bambina in difficoltà (non mangia, non dorme, asociale etc....) come apparentemente tutte le altre di cui si occupa. Emily crede che come nella maggior parte dei casi sia colpa dei genitori ma scoprirà invece che il gioco di ruoli vittima-carnefice è esattamente all'opposto.
Il merito più grande di Case 39 è l'atmosfera che riesce a creare in più di una scena. La storia in sè per sè è trita e ritrita; quello del bambino malefico credo che sia uno dei filoni più battuti (tipo i bambini fantasma nel cinema orientale) di questo tipo di cinema. In questi casi, quando dopo 5 minuti capisci già quale sarà tutta l'architettura del film, poche cose possono far la differenza: l'assenza di crepe o errori di sceneggiatura, l'interpretazione del bambino, l'atmosfera.
Purtroppo le incongruenze del plot si sprecano; troppe cose sono buttate là e poi non portate avanti, troppe cose non vengono spiegate, troppe, addirittura, vanno in contraddizione. Perchè il padre della bambina parla nell'orecchio della moglie nel primo colloquio? Perchè la bambina non dorme? Perchè la creatura che è dentro di essa riesce a spaccar porte ma non affrontare un semplice corpo a corpo? Perchè ad alcune vittime deve arrivare una telefonata, tipo The Ring, mentre altre (vedi il poliziotto) sono colpite dalla "maledizione" senza aver mai parlato con la ragazzina? Che fine fa la ragazzina di colore alla quale ha parlato per ultima la bambina? Quanto è forzato il concetto di uccidere secondo la propria paura (non ha senso per nessuna delle vittime praticamente)? Mi fermo qui...
Insomma un disastro da questo punto di vista (solo Il Mai Nato ha più errori). L'interpretazione straordinaria della piccola Ferland però salva tutta la baracca, roba da percentuale sugli incassi. Vi assicuro che ad un certo punto si avverte una tensione quasi palpabile ogni volta che appare la ragazzina. La paura primordiale del Diavolo, si sa, è forse la più forte e diffusa per l'uomo, e in questo film viene rappresentata in un modo molto convincente. Da brividi la piccola deformazione delle labbra quando la bambina dice qualcosa all'orecchio di una sua compagna, ottima la scena dell'ascensore anche se a mio parere la più inquietante (e qui il merito è tutto della scrittura) è il dialogo, premonitore della morte del giovane, tra Doug (il ragazzo di Emily) e Lilith, dialogo che farebbe drizzare i capelli a chiunque qualora avvenissse realmente. Insomma, un film riuscito, sopra la media del genere, che farà storcere un pochino il naso solo a chi come me (purtroppo) si diverte a ricercare tutti i peli nell'uovo. Se poi, come in questo caso, l'uovo è particolarmente peloso, il voto non può che abbassarsi.
oh dae-soo  06/11/2010 14:34:09Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"ti chiede un consiglio di un", no "ti consiglia un".