DankoCardi 9½ / 10 25/03/2022 23:58:20 » Rispondi Con questo film Fellini abbandona il realismo/neorealismo che ha caratterizzato tutti i suoi precedenti 7 lavori e mezzo ed abbraccia definitivamente i suoi veri stilemi: l'onirismo, i ricordi, il surreale ed il grottesco. Il suo alter ego Marcello Mastroianni è un regista che deve realizzare un film (elemento autobiografico preponderante); egli pare l'unica persona vera in un mondo fittizio dove gli ruotano intorno un teatrino di personaggi che sembrano irreali tra produttori, giornalisti, tecnici, provinanti, prelati. L'irreale sono anche i sogni del protagonista che lo portano a confrontarsi con le sue insicurezze piuttosto che con le relazioni irrisolte con i genitori, ma l'irreale si trova anche nel reale con timidi accenni allo spiritismo ed al paranormale (Fellini era uno di quelli che ci credeva). Ecco che le situazioni del presente portano inevitabilmente i ricordi di bambino coccolato dalle matrone di casa, di quando andava a vedere una procace prostituta ballare la rumba sulla spiaggia cosa che suscitava i primi pruriti e le prime fantasie, ma poi i preti lo riportavano alla realtà dei sensi di colpa, della vergogna e del peccato. Ma ora quel bambino è cresciuto e si circonda di donne che sono per lui amanti e madri, sicurezza e trasgressione, fino a sognare di avere un harem; ma le donne sono anche il pretesto per far affiorare i suoi problemi con loro attraverso una auto-psicoanalisi intimista. Tutto questo potrebbe risultare pesante ma ad un tratto ci si sorprende a desiderare che questa storia strampalata non finisca mai, che l'autore continui a portarci nei suoi sogni. Arriva il finale criptico
Guido si suicida, ma poi si vede ancora. E' nell'aldilà? Oppure è stato solo un sogno. Ed suo film non si è mai fatto oppure solo ora può realizzarlo come vuole davvero lui (metafora dell'eterno scontro tra autori e produttori cinematografici)
la cui interpretazione è libera, come se il regista riminese, insofferente e cialtrone come il suo protagonista, avesse voluto dirci: "Signori, dopo due ore di film mi sono rotto i c......i, adesso fate voi". Non è un'opera da capire, ma da apprezzare e basta per quel che è. Eccezionali le musiche di Rota che rimangono impresse nella mente e nel cuore; voglio citare tutte le straordinarie figure femminili che fanno parte della pellicola: Claudia Cardinale, Anouk Aimeè,Sandra Milo, Rossella Falk, Madeleine LeBeau, Caterina Boratto, Eddra Gale, addirittura la regina dell'horror Barbara Steele e tutte le altre che si vedono ma di cui non conosco il nome -come la "negretta" dell'harem-. Ad esse faccio il più grande complimento che si possa fare: Felliniane!