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8 1/2 regia di Federico Fellini

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Invia una mail all'autore del commento emmepi8     10 / 10  23/01/2007 12:37:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non si può fare una critica concreta su questo film, ci rinuncio tutto è stato detto e ridetto, anche a sproposito; io posso parlare per quello che significa per me: io sono cresciuto a cinema e pane... i miei genitori amavano il cinema in maniera genuina e legata a schemi precisi di divismo, ma anche di storie, quindi la mia infanzia è navigata nei vari cinema della mia città ed alle volte mia madre portava anche i panini per i films più lunghi. Nella primissima età adolescienziale sono entrato in sala a vedere 8 1/2, conoscendo pochissimo il regista, solo di fama (non erano i films che i miei genitori mi potevano portare a vedere: La Dolce Vita, Le Notti di Cabiria ect..) ed è stata una fulgorazione, un amore sviscerato per questo film che per me ha significato l'emblema del cinema stesso: nessuno mi ha capito nella mia scelta e tantomeno i miei coetani, a cui non lo avrei mai confessato per evitare prese in giro classiche, e riguardandolo ogni volta (si perché lo rivedo periodicamente!!) mi meraviglio che un ragazzino possa avere amato un film che rappresenta uno stato confusionale intellettuale così accentuato. Eppure sono riuscito a capirlo, ad entrare nei meandri della storia, se così si puà chiamare, nello stato d'animo di Guido, il suo lassismo, la sua vigliaccheria, i suoi sogni le sue bugie di lavoro e sentimentali. Certo in maniera inconsapevole ho percepito tutto questo, oggi me lo spiego meglio, naturale, ma stato così. Io da lì ho voluto vedere tutto il percorso del cinema di Fellini, è lo amato subito e visceralemnte, fino a raggiungere 8 e1/2, e diciamo subito che il primo percorso di cinema felliniano è quello che mi affascina di più, il dopo 8 e 1/2 alle volte non mi ha convinto in pieno, pur avendo delle pietre miliari, e mai rinunciando in pieno ad un film intero. Qui sembra impensabile che un autore (Scritto con Flaiano e sceneggiato con lui stesso e con i fedeli, Rondi e Pinelli) si sia saputo barcamenare in una storia non storia per più di due ore; sappiamo tutti che Fellini costruiva i suoi films durante l'azione, ma anche nel montaggio, qui c'è proprio l'esempio storico di questo fatto nella carrellata finale, girata per trailer e poi sfruttata come geniale finale.Ci sono tantissime scene che mi sono rimaste nel cuore e nella voglia di cinema che mi ha segnato: i genitori che sono immersi in un'atmosfera quasi surreale,i piccoli tratti dei rapporti nel cinema con attori, maestranze, produttori, giornalisti, scrittori; mai nessuno più ci riuscirà, eppure ci hanno provato in tanti anche grandi del cinema, ma tutti hanno fallato. Quello che domina in questo bianco e nero eccezionale (fotografia di Gianni Venanzio) è il bianco, ma più che il bianco è il chiarore, alle volte quasi abbagliante. Il film vinse due Oscar, come film straniero e per i costumi a Piero Gherardi, anche eccezionale scenografo. Poi un cumolo di premi, fra il Festival di Mosca, per cui tutti si meravigliarono
Nino Rota impazzì in quel periodo, fra Visconti(vedi Gattopardo) e Fellini e specialmente questo ultimo che alla fine ci ripensò con il trailer rinserito, che mise in discussione tutto il suo lavoro, ma che lo sforzo ha fatto partorire quella musica che è l'emblema stessa del cinema
da ricordare anche: Caftrerina Boratto, che Fellini riscorpì in maniera eccezionale;Bafrbara Steele, che preso di forza dalla serie Horror di quei tempi; Guido Alberti nel ruolo del produttore ed al suo esordio impensato;Annibale Ninchi e Giuditta Rissone (prima moglie di De Sica) nel ruolo dei genitori; Eddra Gale, nel ruolo della Saraghina, emblema della femminilità infantile di Fellini (quanti personaggi a questo simile si rivedranno o si sono visti nei suoi films??) e così via nella carrellata, nessuno è stato superfluo.
Federcio Fellini. Una remata decisiva per il suo cinema, che già con la Dolce Vita aveva dato energicamente. Fellini si è lasciato anche andare a certe pretese che la critica gli attribuiva, ma per poi ritornare sulle proprie idee che sono sempre fulminati
Ci voleva un attore con un'intesa particolare, altrimenti l'operazione era impensabile, il trasfert effettuato dal regista su Mas*****nni è eccezionale, e solo lui poteva farlo, doti attoriali a parte.
Anouk Aimé.Un salto da far prendere una slogatura; dal personaggio di La Dolce Vita, donna viziata emblema di un certo mondo, a queasto ruolo di moglie borghese e ferita. Una donna ed un'attrice piena di fascino che è stata legato al nostro cinema nella maniera migliore
Sandra Milo.Ruolo avuto dopo vari provini, congeniale eccome e forse l'unica cosa per cui ce la possiamo ricordare, che mette in evidenza un personaggio unico, ma anche la sua amancaza di doti attoriali.
Rossella Falk. Ruolo dell'amica di famiglia, e come si definisce: Il Grillo Parlante della situazione. Un ruolo intellettuale ed ironico se non sarcastico, ma senza calcare la teatralità che l'ha sempre sommersa, forse ci voleva un Fellini per tioglierla.
Marlon Brando  30/01/2007 18:34:13Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Più un flusso di coscienza che un che un commento. :-)