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ACCATTONE regia di Pier Paolo Pasolini

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Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly     8½ / 10  20/08/2007 11:04:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Con "Accattone" Pasolini mette in scena il mondo e la realtà a lui più cara e congeniale, quella della Roma popolana e fracassona dei "ragazzi di vita" e dei borgatari, e lo fa attraverso gli occhi e le risate sguaiate di Citti, cui si contrappone il lieve tessuto musicale di Bach. I volti sono sgradevoli, grotteschi, lerci, a suggerire un'umanità degradata perchè a disagio in un mondo in evoluzione; emblematico in questo senso il volto di Accattone sporco di sabbia, una maschera da freak che ne accentua la sgradevolezza tra le risate scomposte degli astanti.
wega  29/09/2007 16:45:10Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ti posso chiedere una cosa? non voglio commentare il film perchè mi trovo per ora in disaccordo, a me è parso un montaggio del film addirittura orrendo, nel senso ho notato che poteva passare anche un secondo buono dal cambio di inquadratura al momento che qualsiasi attore iniziasse la sua battuta.. era una cosa voluta, l'ho notato solo io, preferisco schiarirmi le idee..
Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  29/09/2007 16:52:19Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Beh, ma tecnicamente Pasolini era molto acerbo; normale che t abbia lasciato perplesso. L'importanza di Accattone risiede più nei contenuti che nella forma: per godertelo appieno dovresti essere piuttosto ferrato sulla sua filosofia e sui suoi due romanzi "Ragazzi di vita" ed "Una vita violenta", cui il film è profondamente debitore.
Zero00  15/07/2008 19:11:40Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Se posso dire solo una cosa, è vero che i volti sono spesso grotteschi e lerci, ma Pasolini non era estraneo al richiamare, con la scelta dei volti e dei corpi, quel tipo di ragazzo del sottoploretariato (anzi, meglio dire il ragazzo-tipo) in cui lui vedeva emergere quel volto "primitivo" del sottoploretario stesso, pieno di fascino (per lui) e che lo attraeva particolarmente. Anche nei modi e nel modo di vestire e, soprattutto, nel linguaggio. Tutto questo per dire che l'animalità di certi volti per Pasolini non era sinonimo di sgradevole (il discorso non è generalizzato, ovviamente).