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ACCATTONE regia di Pier Paolo Pasolini

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ULTRAVIOLENCE78     7½ / 10  20/05/2008 12:29:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Amarissimo affresco del sottoproletariato, in cui Pasolini ci racconta una storia che si erge a metafora universale della ineluttabile disperazione che affligge, senza via di scampo, la vita di coloro che appartengono a questo ceto sociale. Vivere onestamente per il proletario è una impresa improba, un fardello che si traduce in uno sfruttamento insostenibile. Di qui la riflessione sulla ingiustizia delle disuguaglianze e sperequazioni sociali, da cui origina la intollerabile discrepanza tra il benessere della borghesia e la miseria degli indigenti, per i quali il ricorso alla delinquenza è una scelta quasi obbligata. La corruzione del delinquente non dipende, quindi, direttamente e ontologicamente da quest'ultimo ma è l'effetto inevitabile di tutto un sistema sociale ed economico viziato nei suoi fondamenti, in cui chi ha la disavventura di nascere in un contesto di povertà è destinato a una vita di stenti, umiliazioni ed espedienti, dalla quale l'unica maniera di affrancarsi sembra essere soltanto la morte.
Se dal lato dei contenuti "Accattone" è un'opera mirabile (in esso si oggettiva una riflessione che attraverserà tutta la produzione pasoliniana), sotto il profilo registico e narrativo presenta invece delle imperfezioni (i tempi delle inquadrature non sono sempre corrette e la trama si sviluppa con una certa lentezza): ma ciò è comprensibile se si considera che si tratta della prima opera cinematografica del grande intellettuale bolognese; inoltre, in "Accattone" è sicuramente più importante la sostanza della forma.