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AMALFI: MEGAMI NO 50 BYOU regia di Nishitani Hiroshi

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Ciaby     7 / 10  10/06/2010 15:53:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si scrive "Amalfi: Rewards Of The Goddess" ma si potrebbe leggere "Come Noi Giapponesi Vediamo Voi Italiani". Il film, infatti, è un sontuoso blockbusterone italo-giapponese ad altissimo budget (riprese aeree, innumerevoli interni ed esterni, macchinosità della trama, locations turistiche) con un cast stellare (tra i GIapponesi c'è l'imbarazzo della scelta: tutti grandi nomi del cinema mainstream nipponico, ma anche l'Italia si difende bene con Rocco Papeleo, attore già visto in milioni di commedie di stampo nostrano).

La trama? Da thriller anni '90, prevedibile e scontata, un espediente per mostrare le bellezze italiane (innumerevoli le riprese da "brochure sull'Italia per famiglie giapponesi che non sanno dove trascorrere le vacanze"), ma non solo. "Amalfi" è la sagra dello stereotipo: gli Italiani vengono, praticamente, ritratti come borseggiatori, stupratori, pasta, pizza, mandolino, Bocelliani (la splendida "Con Te Partirò" è praticamente il main-theme del film, insieme ad una comparsa persino dell'Inno Di Mameli !!!!) , ma anche i Giapponesi praticamente, vengono riconosciuti come "il popolo dei manga" e stop (basta ricordare la scena in cui il poliziotto italiano, incontrando Kuroda dice di non avere problemi con il giapponese e nomina Holly & Benji).

Il risultato è medio. E' un thrillerino che sa di americanata, occidentalissimo e, probabilmente, è anche per questo che è stato uno dei maggiori incassi del cinema giapponese degli ultimi anni, girato appositamente per il cinquantesimo anniversario della Toei; eppure, è divertentissimo.
E' un divertimento involontario, ovviamente, perchè sono italiano. Scommetto che se fossi stato di un'altra nazionalità (anche giapponese) non sarei riuscito ad apprezzarlo come, invece, l'ho apprezzato con tenerezza: noi vediamo l'Italia con gli occhi dei Giapponesi.
E, dulcisinfundo, vedremo le bizzarre pronuncie orientali per frasi italiane (intramontabile il Ro s-tate seghendo conu ii lgipi eszse - Lo state seguendo col gipiesse?, o i vari "gurazie" e "puregu"), l'uso spassosissimo di attori italiani presi a caso, i treni delle ferrovie italiane (il besanino! *_*) e la pizza, con tanto di "molto buoooooona!" giapponesizzato.

Spassoso è ,anche, quando entra nelle ingenuità e nelle contraddizioni: la bellissima Toda incarna, infatti, la stagista dell'ambasciata giapponese a Roma pur sapendo solo dire "Buongiorno" e "buonasera"...bah :D
Ma non si capisce nemmeno perchè si chiami "Amalfi" quando il 99% del film si svolge a Roma e l'1% ad, appunto, Amalfi. A questo punto facevano prima a chiamarlo "Culture A Confronto: A thriller-melò story". Lol.

In conclusione: un blockbuster. Imperdibile per gli italiani, prescindibile per tutti gli altri.