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PINOCCHIO (1940) regia di Hamilton Luske, Ben Sharpsteen

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elio91     9½ / 10  12/05/2012 12:35:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Qui siamo dalle parti del capolavoro assoluto.

Uno dei miei Disney preferiti da bambino e ancora oggi, a dimostrazione che i lavori dello studio dell'epoca rimangono film immortali e capolavori sempre, come tutti i capolavori.
Un vertice assoluto per svariati motivi per una storia a suo modo anche molto controversa a detta di molti: difatti non a tutti è piaciuto lo storpiamento, ma io la chiamerei più rilettura, del classico di Collodi. il Pinocchio targato Disney è diverso sotto tantissimi aspetti: lui stesso è l'emblema dell'innocenza e dell'ingenuità, nel romanzo è sfacciato, malizioso e di sicuro tutto fuorché ingenuo. Il Grillo Parlante assurge a protagonista e narratore come coscienza di Pinocchio, ma Collodi lo liquida subito facendolo schiacciare dal burattino e in tutto si limita a un paio di importanti comparsate. Mangiafuoco è un fantastico cattivo a suo modo molto divertente ma comunque un personaggio negativo tout court, nel libro aiuta Pinocchio. La balena (una delle cose più belle mai viste le sequenze con questa) in realtà doveva essere un pescecane. E altre differenze, come l'ambientazione che è un misto tra l'Italia e un paesino rurale germanico...
Non sono cambiamenti da poco a pensarci bene, l'importante è non aver tradito lo spirito della favola di Collodi. E seppur la Disney ne dà una rilettura meno pedagogica, ma non del tutto esclusa dagli insegnamenti morali(stici), alla fin fine a livello tematico insegna qualcosa. E lo fa con la grande meraviglia che oggi fa guardare con stupore al passato; è infatti meravigliosa la dolcezza di Geppetto con Pinocchio, l'ingenuità di quest'ultimo, i numeri musicali che invece di rallentare la storia (difetto di tanti cartoon che verranno in seguito) la rendono più scorrevole e pure indimenticabile. Canzoni e colonna sonora che vinceranno due oscar...
Ciò che davvero mi entusiasma dei primi lavori Disney è il lato oscuro della vicenda. Filosofia di Walt Disney era dare spazio alle tenebre per dare ancora più significato alla luce, e che inoltre i suoi lungometraggi animati fossero film PER TUTTI, non limitati ad un pubblico di bambini. La visione d'insieme è all'avanguardia per l'epoca, e non mi stupisco ad avere i brividi ancora oggi per scene che da bambino mi scioccarono (e Pinocchio come Biancaneve ne contiene molte): l'arrivo nel paese dei balocchi è puro cinema horror, difatti alcune tecniche di regia si rifanno al cinema di genere dell'epoca (ombre giganti sul muro, ad esempio); il Postiglione è forse il personaggio più terrorizzante dei film Disney di sempre pur apparendo poco: la scena in cui il suo volto si allunga su tutto lo schermo, diventando rosso come il fuoco e con una dentatura enorme a tutto spiano, è da pelle d'oca ancora oggi, stesso dicasi la Balena. Disney e il suo team di artisti mai troppo lodati sapevano bene come coinvolgere il pubblico tutto, forse oggi questo "dark side" dei film d'animazione americani si è perso col tempo. Perché davvero ti spaventavi in alcune sequenze, per poi commuoverti in altre. L'importante era sempre essere rapito da una storia e dai disegni fantastici.

E proprio parlando della tecnica dei disegni, siamo su livelli difficilmente eguagliabili. Praticamente la perfezione assoluta, con ogni personaggio disegnato con caratteristiche uniche, una trama che si evolve con continuità e invenzioni visive e a sfondo di gag praticamente fresche e genuine ancora oggi. E le già citate canzoni, indimenticabili.
I molti anni di lavoro e fatica hanno reso il Pinocchio di Disney davvero senza la (quasi) minima sbavatura. Se Biancaneve forse ha il pregio ancora maggiore di essere stata la prima "follia" targata Disney e storicamente ha più valore, oggi possiamo dire quasi lo stesso di Pinocchio che purtroppo alla sua uscita non ebbe un grandissimo successo per motivi ancora ignoti, ma ricollegabili al conflitto mondiale.

Continuo a ritenere la prima mezz'ora di film una delle invenzioni cinematografiche più grandi di sempre, di grande dolcezza nel rapporto tra il padre Geppetto e il figlio Pinocchio: un rapporto cristallino, trasudante sincerità come tutto il film. Leggendario è però anche l'ultima parte di film con l'inseguimento della Balena: lì la tecnica di disegno è talmente grandiosa da avere la sensazione di affondare, anche grazie alla forza della fantasia dei disegnatori che se ne fregarono del realismo delle onde (giustamente) a favore di invenzioni visive irrealistiche ma di grande impatto. Ora e sempre.

Un plauso anche al doppiaggio italiano che di fronte a quello originale non sfigura affatto. Si chiamavano professionisti all'epoca a prestare le voci ai cartoon, con tecniche all'avanguardia e quant'altro. Noi italiani siamo considerati dei professionisti del doppiaggio anche per lavori come questo, dove il timbro è praticamente sempre uguale a quello della controparte americana.

Indimenticabile.