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PINOCCHIO (1940) regia di Hamilton Luske, Ben Sharpsteen

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carsit     8 / 10  05/02/2013 10:16:00Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grandissimo cartone targato Disney.
Non esente di difetti, ma veramente indimenticabile sotto tantissimi punti di vista.
Innanzitutto i disegni a mano ( siano benedetti) sono straordinariamente accattivanti.
Una delizia per gli occhi.
Pinocchio si configura come un cartone sicuramente non di facile inquadratura, dato che tocca temi molto delicati e molto particolari.
Penso che il messaggio che voglia far passare Pinocchio sia un messaggio di non facile lettura da parte di bambini più piccoli, che ovviamente si lasciano trasportare più dalla storia e dalla trama.
Particolarmente attuali le varie distrazioni che un bambino potrebbe subìre, pur di allontanarsi da scuola e scoprire altre vie.
Piaceri della vita che sono sicuramente delle scorciatoie nel poter provare un appagamento notevole, ma purtroppo temporaneo.
E spesso alcune scelte che si fanno possono ripercuotersi negativamente sulla propria stessa persona.
In questo frangente la Disney ha omesso una scena molto importante: l'uccisione del grillo parlante.
Una scena dal forte impatto, ma probabilmente significativa all'interno della trama.
Lucignolo ( il ragazzo traviatore che conduce al giuoco e al fumo), il gatto e la volpe ( sfaccendati che cercano di trascinare al loro livello persone che vivono in maniera più ottimale), Mangiafuoco ( ingannatore che promette un successo facile, attraverso teatri e spettacoli ) e Postiglione ( cocchiere inquietante che conduce un racket di alunni-asini ) sono tutti personaggi che si comprendono meglio ad un'età un pò più matura.
Da piccolo si rimane spaventati dalla balena ( che nel libro in realtà è un grosso squalo), ma penso che i personaggi di cui si deve aver paura siano altri in questo cartone.
Terrificante la scena dell'osteria, nella quale Postiglione rivela la sua natura deformandosi la faccia in un ghigno spaventoso.
Una scena secondo me da censurare!!!! :) :)
Pinocchio è un monito a preservare i valori famigliari, ad essere responsabili, ad essere pronti a pagare per i propri sbagli, ad essere uomini nel vero senso della parola, e soprattutto a comprendere che la soddisfazione può derivare anche dal semplice gesto nell'aiutare una persona a noi cara, piuttosto che aiutare noi stessi con vizi e brutte abitudini.