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CENERENTOLA regia di Clyde Geronimi, Wilfred Jackson, Hamilton Luske

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Dom Cobb     7 / 10  10/10/2014 16:35:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Cenerentola è la figlia di un nobile morto prematuramente, che viene vessata dalla matrigna e dalle sorellastre compiendo per loro ogni genere di lavori da domestica. Le cose cominciano a cambiare quando giunge la notizia che il re ha organizzato in onore del figlio un fastoso ballo, al quale sono invitate a partecipare tutte le ragazze in età da marito...
L'adattamento dell'omonima fiaba di Charles Perrault segna la definitiva rinascita di Walt Disney e dei suoi studi dopo la non esaltante parentesi durante gli anni della guerra e dell'immediato dopoguerra: su di esso, Walt aveva puntato tutto, arrivando a mettere a disposizione la bellezza di tre milioni di dollari, nonostante gli studios fossero già pesantemente indebitati. Se Cenerentola avesse fatto fiasco, per la Disney sarebbe stata la fine; per fortuna, come tutti sappiamo, il film fu un successo straordinario, al punto da permettere a Walt non solo di continuare la produzione di lungometraggi animati, ma anche di espandersi nell'ambiente della televisione, dei parchi a tema e quant'altro. Dunque, Cenerentola ricopre un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella storia degli studi, ed oggi viene visto da tutti come un indiscutibile capolavoro. Sarà anche così, ma personalmente avrei qualche riserva.
Partendo dagli aspetti positivi, dopo tutti i film ad episodi degli ultimi anni deve essere stato un sollievo per il pubblico andare a vedere un nuovo lungometraggio con una sola storia e con un unico cast di personaggi, così come lo è stato per me dopo aver guardato negli ultimi giorni i detti film; anche l'animazione torna a livelli davvero encomiabili, e la pellicola in generale è splendida da ammirare, fra sfondi, scenografie e layout decisamente eleganti e suggestivi.


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La storia e i personaggi, invece, sono un altro paio di maniche: sebbene sia innegabile che la trama si muova in modo piuttosto fluido e veloce, forse il problema è che in più punti da la sensazione di essere molto poco equilibrata. La prima parte antecedente alla sequenza del ballo fatica dannatamente a decollare, colpa di una introduzione dei personaggi principali sprecata e quasi buttata via, il tutto a favore di sequenze,incentrate sui topi e sul gatto,che non sembrano avere molto a che fare con la storia principale e hanno molto l'aria di costituire nient'altro che un misero riempitivo.


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Fortunatamente, il film si salva con una sezione finale che rimedia a tutti gli errori (o quasi) compiuti fino a quel momento, con una narrazione veloce e ricca di tensione; e il modo in cui la sottotrama dei topi si intreccia con quella principale annullandone l'inutilità è semplicemente perfetto. Forse ci si poteva concedere un minimo di soddisfazione in più negli ultimi due minuti, ma va bene anche così.
E comunque, per quanto la storia sia ristretta in soli settanta minuti di durata, alcuni dei personaggi riescono a lasciare un'impressione duratura: Lady Tremaine è una villain notevole, anche se non fa nulla di particolare, solo il doppiaggio e la maestria dell'animatore Frank Thomas ne enfatizzano in modo grandioso la natura maligna; il gatto Lucifero diverte quasi più dei topolini cui da la caccia, a onor del vero un po' fastidiosi piuttosto che adorabili, a causa delle loro vocine; della stessa Cenerentola ricordo ancora una encomiabile forza d'animo, ma niente di più; ma quelli che salvano il film più di tutti gli altri, a parer mio, sono il re e il granduca. Non appena questi due entrano in scena, sono autori di duetti che non solo fanno sbellicare dalle risate, ma a momenti rubano la scena a tutti gli altri.


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A tal proposito, vorrei menzionare anche un ottimo doppiaggio italiano, quasi più valido della versione originale: una cosa rara da ottenere (e che accadrà più volte negli anni seguenti).
Non sono mai stato un fan delle canzoni, mentre devo riconoscere alla colonna sonora il merito di essere particolarmente d'impatto in più di un frangente, specialmente quando incorpora le melodie di alcune delle canzoni.
In definitiva, Cenerentola aveva intenzione di tornare alle radici, di tornare alla formula e al genere che avevano permesso a Walt Disney di imporsi al pubblico in precedenza, in modo da poterlo riconquistare, ossia la fiaba. A conti fatti, ci riesce, anche se non è al livello di Biancaneve, non a quello qualitativo (l'animazione, per quanto spettacolare, è un gradino inferiore), né a quello personale. Resta, comunque, molto più valido di prodotti più recenti.