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LE AVVENTURE DI PETER PAN regia di Clyde Geronimi

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Dom Cobb     8 / 10  12/10/2014 00:42:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La vita della famiglia londinese dei Darling vede cozzare di continuo l'atteggiamento sognatore dei figli Wendy, Gianni e Michele, e della signora Darling con la mentalità concreta e razionale del severo padre, che vede soltanto come frottole le storie e fiabe sul misterioso Peter Pan di cui i bambini parlano in continuazione. Quando, però, Peter Pan appare in casa loro alla ricerca della sua ombra, per i tre ragazzini inizia un'avventura indimenticabile che li porterà all'Isola che non c'è: lì incontreranno indiani pellerossa, sirene, i bimbi sperduti e il più spietato pirata di tutti, Capitan Uncino...
Peter Pan ha molte cose in comune con Alice nel paese delle meraviglie: anch'esso faceva parte dei miti d'infanzia di Walt Disney, e anch'esso, alla sua uscita, fu figlio di una produzione travagliata durata almeno una buona decina di anni, fra rivisitazioni e riscritture varie. Oggi visto come uno dei tanti gioielli della corona dell'eredità disneyana, personalmente lo considero soltanto un godibilissimo mezzo di intrattenimento senza troppe pretese. E, quando si parla della Disney, mi domando se ciò sia un bene o un male.
L'animazione è quello che è, sempre curata fino al minimo dettaglio, sempre a livelli ottimi, sempre capace di dare al film un look davvero intrigante, anche se meno accattivante del precedente Alice e più orientato a una visione alquanto "generica" della fiabesca Isola che non c'è; ma, a conti fatti, parliamo di un posto paradisiaco per tutti i bambini che vogliono restare tali, quindi immagino che le solite linee morbide e lo stile delicato vi calzino a pennello.
I personaggi, di contro, rappresentano un po' un problema, a partire dal protagonista stesso: ho sempre visto Peter Pan con una certa antipatia, questo a causa di molti suoi atteggiamenti e, in generale, della sua natura di ribelle che spesso lo porta molto vicino al bullismo.


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Alcuni dei bambini sono simpatici, soprattutto Gianni e Michele, mentre Wendy risulta misteriosamente incolore, così come i bimbi sperduti non lasciano nulla a fine visione. Non stiamo parlando di personaggi sprecati, solo poco memorabili, e anche se ciascuno di loro ha almeno un momento divertente, la caratterizzazione fulminea ed immediata dei comprimari nei primi classici è tutt'altra cosa.
C'è un'eccezione, naturalmente, e non per la prima volta (né tanto meno l'ultima) è il cattivo a costituire il principale motivo di interesse: Capitan Uncino è un villain semplicemente memorabile, capace di sposare un lieve accenno di minaccia con una vena comica irresistibile. I suoi duetti con Spugna sono impagabili, e ancora di più lo sono i momenti in cui i due incrociano la strada del coccodrillo. Peccato, però, che le esilaranti performance in lingua originale siano state sostituite da un doppiaggio nostrano competente, ma non all'altezza, che toglie una parte del divertimento.
La storia è un altro aspetto interessante di cui parlare: non ho mai avuto l'occasione di avvicinarmi all'opera originale di James M. Barrie, ma il tema che è al suo centro è ormai risaputo anche per i non iniziati, un inno al bambino che è dentro a ciascuno di noi e un'esortazione a non lasciarlo morire una volta diventati adulti. In un certo senso, si tratta di un altro pilastro fondamentale nell'ideologia disneyana, dato che gli animatori hanno bisogno di essere ancora un po' bambini dentro per nutrire la loro immaginazione. Purtroppo, il film non valorizza questa morale come dovrebbe, e il modo in cui essa viene relegata a poche battute quasi buttate lì all'inizio e alla fine, il tutto a favore di una trama all'insegna della pura avventura, mi ha lasciato un po' deluso.


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Ma, detto questo, l'avventura in sé è ben fatta, coinvolge, diverte e risulta godibile fra i vari scontri e le peripezie che vedono contrapposti Uncino e Peter Pan, e a tal proposito cito il frenetico finale, che sembra uscito dritto dritto da un film di Errol Flynn. Il film non avrà la stessa profondità dell'opera letteraria, ma resta comunque valido, almeno sul piano dell'intrattenimento e di (alcuni) personaggi, complice una buona colonna sonora e canzoni orecchiabili.
Per certi versi superiore ai precedenti due classici, per altri un gradino sotto; bene o male, resta in ogni caso un prodotto ottimo.