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CARTER regia di Mike Hodges

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Spotify     7 / 10  01/05/2017 04:07:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Buon noir anni 70 con un Michael Caine in grande spolvero. La storia non è certo delle più originali, però vanta, come detto, una grande interpretazione di Caine e una validissima regia di Mike Hodges.
La storia si svolge a Newcastle, Inghilterra. Un certo Frank Carter viene misteriosamente trovato morto. Tutti pensano ad un incidente, ma non è dello stesso parere Jack, il fratello di Frank, il quale pensa ad un omicidio. Jack fa parte di un club di malavitosi che risiedono a Londra. E, nonostante l'opposizione dei suoi soci, l'uomo parte per Newcastle, deciso a scoprire chi ha assassinato Frank.
La prima cosa che si nota subito di questa pellicola è l'atmosfera, freddissima. Il regista fa un ritratto molto crudo dell'Inghilterra di quegli anni. Quello che, diciamo così, è sempre stato considerato uno dei paesi più educati del mondo, ci viene presentato in una veste totalmente diversa. L'Inghilterra che ci è mostrata è infatti spietata, cinica, violenta e piena di criminalità organizzata.
Oltretutto, ciò viene anche accentuato da due fattori che si rivelano fondamentali per il concepimento di questo clima così rigido: la scenografia e la fotografia. La prima, quindi la città di Newcastle, fa da sfondo perfetto alla vicenda. Si tratta di una città di carattere portuale e industriale, quindi un luogo inquinato, plumbeo, caratterizzato da uno stile di vita sporco e faticoso. Un posto perfetto quindi per la germogliazione della criminalità. Riguardo la fotografia, questa è totalmente distaccata, quasi incolore, proprio a voler sottolineare il tono fosco della pellicola. Io di solito, non apprezzo le fotografie così "depresse", però in questo caso è perfetta per l'occasione.
La direzione degli attori è splendida, tutti fatti calare perfettamente nell'aura gelida della storia. La conseguente caratterizzazione dei personaggi è altrettanto impeccabile. Carter è uno di quei criminali che si ammirano, si resta colpiti dalla suo autocontrollo, dalla sicurezza nei propri mezzi, dal coraggio mostrato in situazioni a dir poco pericolose ecc...
Hodges non rinuncia comunque al classico stereotipo del criminale donnaiolo. Difatti, in questo film, Caine cambia più donne che calzini.
Un altro personaggio che mi ha colpito è stato quello di Glenda. Soggetto ben sfruttato dal regista, ha un carattere ambiguo, molto difficile da inquadrare. Senz'altro intriga.
Il ritmo è buono, non incalzante, ma l'intrattenimento c'è. La narrazione è meticolosa, man mano viene fatta luce su più punti, fino ad arrivare ad un intricatissimo puzzle finale. Il tutto è condito da una tensione che cresce sempre più, ogni qualvolta viene scoperta una verità. E di queste ce ne sono davvero tante.
Il finale è bellissimo. Senz'altro il momento migliore di tutto il film. Innanzitutto c'è una location perfetta, originalissima. Poi c'è una tensione che monta a mille, poiché si tratta di un epilogo piuttosto lungo, quindi fino alla fine regna una certa imprevedibilità. Tecnicamente siamo su livelli altissimi, tutto è al posto giusto, gli attori diretti con mestiere e, lo ripeto per l'ennesima volta, c'è un'incredibile valorizzazione dell'ambientazione. Non manca ovviamente la cattiveria, espressa più emotivamente che visivamente.
Caine, come detto, è superbo. Una recitazione tesissima, grintosa e carismatica. L'attore britannico si conferma ancora una volta come uno che nei panni del cattivo ci sta a meraviglia. Tuttavia, in questa pellicola, l'interprete, più che un cattivo vero e proprio, diciamo che impersona una specie di antieroe, il che rende la performance ancora più brillante, visto che un ruolo del genere non è mai facile da interpretare. Da notare le espressioni assolutamente glaciali di Caine, uniche. Non da meno l'esplicazione dei dialoghi, pronunciati con estrema freddezza.
La sceneggiatura non è nulla di speciale, però ha il merito di risultare solida. La storia non è di certo tra le più innovative, però è ambientata in un contesto interessante e ha un protagonista dal curioso profilo psicologico. I colpi di scena sono diversi, forse ce n'è qualcuno superfluo, però sono tutti ben piazzati. I dialoghi sono ottimi, diretti e concisi.
Il problema dello screenplay, è quello che di conseguenza, limita un po' il film: i troppi personaggi.
Sono tantissimi i soggetti che ruotano attorno alla trama e la maggior parte di essi, ha un ruolo determinante. Questo provoca un po' di confusione nello spettatore, il quale deve ricordarsi tanti nomi e fidatevi, sono parecchi. A volte poi, i collegamenti tra i vari personaggi, non sono gestiti benissimo, si fa un tantino di fatica a comprendere come gli individui sono implicati fra loro. Insomma, si poteva far meglio.

Conclusione: un noir di tutto rispetto. Duro, nudo e crudo, non ci sono buoni, ma solo violenti criminali e donne di bell'aspetto. Grande Michael Caine.

7+