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I GATTI PERSIANI regia di Bahman Ghobadi

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jack_torrence     7½ / 10  22/09/2010 14:47:57Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Straordinario apologo sulla libertà e sulla determinazione a perseguirla nonostante le costrizioni di un regime terribile.
La Londra sognata ci fa riflettere, come in uno specchio, sulla libertà che nonostante tutto abbiamo e alla quale siamo tanto assuefatti, da meravigliarci e commuoverci per l'eroismo con cui questi ragazzi persiani rischiano tutto pur di realizzare la loro autenticità attraverso i mezzi (la musica rock) che proprio l' "occidente" propone loro.
La cosa più bella è che si intuisce quanto vogliano restare persiani: lo dice il rapper guardando Teheran dall'alto (una città tutt'altro che invitante) eppure l'amore per la propria terra è linfa vitale: "Il mio rap non sarebbe nulla se non fossi qui".

Da brividi la giustapposizione fra la sequenza in tribunale, in cui uno dei personaggi arriva ad umiliarsi in modo brutale pur di non subire una pesante multa e 85 frustrate (frustate!), e lo fa in modo quasi meccanico, quasi normale. E poi, immediatamente dopo, liberatoriamente, il regista ci propone il primo dei due "videoclip" innestati nella sua bellissima pellicola, andando lì dove c'è vita e ragione di vita, nello stile, nella espressione dei corpi e nella semplice realtà quotidiana.

Il montaggio è notevole; la mdp a mano nervosa che spesso taglia i volti (o parte dei volti) trasmette una continua ansia e precarietà, ma anche vitalismo, il contrario della rassegnazione.

Questo film è un apologo i cui limiti (lievi) stanno in protagonisti che ci fanno compagnia per la durata del film e le cui vite non ci segnano in profondità, ma restano bozzetti accennati, nel contesto di una realtà disegnata resa, viceversa, in modo tanto impressionante. Anche il finale, così drammatico, non ci segna in profondità perché non abbiamo avuto modo di affezionarci veramente alle persone, quanto alla loro causa.