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IL PROFETA regia di Jacques Audiard

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Rand     9 / 10  19/04/2010 12:14:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Devo dire che pensavo di averlo perso, complice la programmazione scandalosa delle sale abruzzesi, fortunatamente inspiegabilmente l'arca lo ha programmato, e devo dire che la sala era semi piena. La storia è semplice, ma i più livelli in cui si muove, e il realismo delle situazioni è sicuramente la grande forza del film. l'evoluzione del personaggio di Malik

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Inoltre tutti i personaggi si muovono in un contesto in cui violenza e corruzione fanno da padrone. I detenuti corsi sono come i mafiosi, riescono a fare e disfare a piacimento quasi qualunque cosa nel carcere centrale.
Nei 6 anni di detenzione Malik cambia, in peggio? in meglio?
Lui è un profeta? o è solo il rimorso, che gli tiene compagnia, notevole l'uso del "compagno " di cella.
Il regista è da tenere d'occhio, il film fà a meno dell'eccessiva spettacolarità di scene d'azione inverosimili. Anche la spèaratoria nell'auto, è ben congegniata.
Musica semplice ma diretta, attori perfetti, si veda Luciani, ma anche gli arabi. Malik è ambiguo e feroce, si adegua ad un mondo spietato per sopravvivere, ma questo è il mondo reale, non la fiction.
Meritevole di oscar secondo me!
Cagliostro  20/04/2010 01:41:39Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"I detenuti corsi sono come i mafiosi, riescono a fare e disfare a piacimento quasi qualunque cosa nel carcere centrale."


visto che la recensione non aiuta in nessun modo a comprendere meglio il contesto in cui si muovono i personaggi del film, prendo spunto da questo tuo ottimo commento e mi permetto di fare alcune precisazioni.
I detenuti còrsi appartengono alla Brise de Mer, la mafia còrsa (anche se per struttura per interessi economici su scala mondiale e se per modus operandi sarebbe più corretto paragonarla alla Camorra). La Brise de Mer, inoltre, dagli anni sessanta in poi si è mischiata con molti componenti del FNLC (fronte nazionale di liberazione còrsa) una organizzazione paramilitare e clandestina che si oppone al governo francese. Per queste ragioni precedentemente i còrsi avevano carceri solo per loro, ma dopo alcune clamorose evasioni (le più divertenti sono quella avvenuta a mezzo di un elicottero e l’altra semplicemente attraverso il ricevimento di un fax che ordinava la scarcerazione di due detenuti) la Francia ha incominciato a dislocare i detenuti còrsi anche nei carceri continentali. Ma in carcere un boss, lo si sa, non perde il proprio potere e continua a governare. Inoltre, inizialmente i detenuti còrsi venivano tenuti separati dei detenuti di origine magrebina, marocchina, algerina (les arabes) perché altrimenti li ammazzavano come mosche. Per risolvere il governo francese, potendo contare sui numeri, ha incominciato a disseminare i corsi in prigioni popolate da les arabes (e questo era semplice visto che il numero di detenuti còrsi e proporzionalmente microscopico rispetto a quello degli “arabi”). Da ciò è disceso che il detenuto còrso ha incominciato a rapportarsi al detenuto “arabo” allo stesso modo dei colonialisti francesi: il còrso comanda e l’arabo svolge i lavori umili e di collegamento fra detenuti còrsi “importanti” (tenuti rigorosamente separati).

Noodles_  20/04/2010 01:47:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie per questa interessante delucidatio!
Cagliostro  20/04/2010 16:35:44Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
grazie a te. per me è un piacere.
Rand  22/04/2010 16:26:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Interessante! Non lo sapevo!
Ora capisco l'intreccio ancora meglio!
Grazie per l'informazione!
Cagliostro  24/04/2010 12:32:06Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
figurati, è un piacere.