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LA BELLA ADDORMENTATA NEL BOSCO regia di Clyde Geronimi

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Dom Cobb     10 / 10  12/07/2012 18:52:12Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Questo Classico rappresenta una particolarità più unica che rara nel genere delle fiabe Disney. Infatti, trattandosi dell'ennesimo adattamento di un racconto di principi e principesse e tutto ciò che tale genere implica, il caro vecchio zio Walt ha paura di ripetersi e di produrre qualcosa che puzzi di già visto. Quindi, in che modo offrire al pubblico qualcosa che vada incontro alle sue aspettative, qualcosa di innovativo ma che mantenga allo stesso tempo lo spirito dei lungometraggi di un tempo? Così, per questo cartone su cui si è lavorato in un lasso di tempo che comprende tutti gli anni '50 si decide di puntare tutto (o perlomeno la maggior parte) sullo stile dell'animazione, su virtuosismi visivi e sul lato tecnico in generale, tralasciando lo sviluppo dei protagonisti.


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Dunque, apponendo i dovuti cambiamenti alla storia, tutte le energie e tutta la concentrazione degli animatori è incentrata unicamente sulla forma, che riesce fantasticamente a colmare i vuoti della sostanza. Infatti, soltanto lo stile visivo e la maestosa colonna sonora riadattata da un magnifico George Bruns meriterebbero il massimo dei voti e, anche se i due personaggi principali, ossia il principe e la principessa, siano estremamente piatti


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la trama scorre fluidamente e senza rendere le cose troppo complicate. Ciò permette la creazione di numerose sequenze suggestive, sulle quali troneggia la strepitosa sequenza della battaglia finale, uno dei climax più emozionanti dell'intera filmografia disneyana.
Quindi, per riassumere, i pregi di questa pellicola sono sostanzialmente due, ma sono largamente sufficienti a rendere questa pellicola un'autentica gioia per gli occhi e anche per le orecchie. Probabilmente fu la stessa cosa che pensò il pubblico dell'epoca, che ebbe anche il vantaggio di apprezzare il formato noto come Technirama 70mm: La bella addormentata nel bosco fu premiata da incassi sbalorditivi (che, purtroppo, non riuscirono a ricoprire i costi pari a sei milioni di dollari e, anzi, li fece quasi andare in bancarotta) e una nomination all'Oscar per la miglior canzone. Il fallimento di quest'operazione spinse Walt a dirigersi verso tecniche piiù economiche e progetti meno ambiziosi che comunque avrebbero continuato a regalarci vere e proprie perle negli anni a venire.
Dom Cobb  14/10/2014 21:41:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La principessa Aurora viene benedetta alla festa in onore della sua nascita da tre fate, ma le viene anche scagliata contro una maledizione dalla strega Malefica, la quale annuncia che, il giorno del suo sedicesimo compleanno, Aurora si pungerà il dito con il fuso di un arcolaio e morrà. Per impedire che la profezia si avveri, la principessa viene nascosta nel bosco ed allevata dalle tre fate in incognito...
Arrivati alla fine degli anni '50 dopo una serie di strepitosi successi, Walt Disney e i suoi collaboratori concludono in grande l'epoca d'oro degli studios con un monumentale adattamento dell'omonima fiaba di Charles Perrault, paradossalmente più simile a quella dei fratelli Grimm,


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un lungometraggio la cui realizzazione si è estesa per tutta la durata del decennio. A quel punto, giunti alla terza fiaba da portare sul grande schermo, Walt era giustamente preoccupato che il pubblico non sarebbe stato soddisfatto da una struttura narrativa e dei personaggi ormai diventati una formula già banale, così decise di concentrare tutti gli sforzi su un diverso stile del layout e degli sfondi: se non si poteva fare nulla di nuovo con la storia, magari si poteva fare con l'animazione.
Un ragionamento che ha dato vita a una particolarità più unica che rara nella filmografia diensyana, poiché La bella addormentata, a conti fatti, è il classico tra gli adattamenti delle fiabe che vanta la narrazione più debole, ma nonostante tutto riesce ad emozionare e a coinvolgere.
Infatti, nel corso del film, ci si rende conto che quasi tutto lo staff trovava i personaggi secondari e le spalle comiche (oltre al villain, naturalmente) il vero punto focale della trama, al punto da dare ai due protagonisti una presenza scenica estremamente limitata. In altre parole, principe e principessa possiedono entrambi una personalità così banale ed incolore da essere praticamente inesistente,


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mentre a rubare la scena sono le tre fate (che personalmente non ho mai veramente amato), i due re Stefano ed Umberto e la perfida Malefica, forse il personaggio migliore, una cattiva con i controfiocchi come non se ne vedono spesso: lei è un classico esempio di figura della quale non sappiamo assolutamente niente tranne ciò che il suo nome esprime, eppure la forza dell'animazione e il talento della doppiatrice sono abbastanza da renderla semplicemente eccezionale.
Tuttavia, le debolezze della storia e i problemi dati da un ritmo forse un po' troppo lento nella prima parte sono ampiamente coperti da due elementi niente affatto trascurabili: innanzitutto, lo stile dell'animazione, che si distacca totalmente da quello dei precedenti classici. Sebbene lo staff guidato dall'artista Eyvind Earle si ispiri a motivi del Rinascimento e degli arazzi medievali, essi nel film sono stilizzati fino all'estremo, donando al tutto un look davvero accattivante e sempre interessante da guardare; sono in molti a dire che ogni singolo frame si potrebbe prendere ed incorniciare ed appendere al muro come un quadro, ed è proprio così, la perfezione dell'animazione e la cura dei dettagli raggiungono davvero quei livelli. E il bello è che i personaggi sono comunque esaltati rispetto agli sfondi, senza confondersi con essi.
E' anche bene notare che La bella addormentata è il primo classico ad essere veramente, ma veramente spettacolare: grazie al cosiddetto Technirama 70mm, ossia un formato di pellicola più largo del normale, l'intero film possiede un senso di grandeur che lo rende epico. Un risultato al quale contribuisce anche una colonna sonora da brividi, dove le melodie di Tchaikovsky fanno continuamente capolino. Il mix di tutti questi elementi porta alla creazione di scene di impatto straordinario.


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In definitiva, nonostante le sue deficienze sul piano narrativo, La bella addormentata è forse il modo migliore con cui Walt Disney potesse sognare di chiudere gli anni '50 e, con essi, un'intera epoca non solo per i suoi studios, ma anche per l'animazione stessa: i costi sempre più alti delle vecchie tecniche di disegno, in particolare quella della pittura ad inchiostro, porterà a un drastico calo degli standard qualitativi negli anni immediatamente seguenti, oltre a rappresentare la principale causa dell'insuccesso iniziale di questo film. La bella addormentata fu fra i più grandi incassi di quell'anno, secondo solo a Ben-Hur, ma i costi erano così alti che gli incassi non poterono coprirli.
Così, con una nota di malinconia, finisce un'altra tappa nella storia degli studios, forse, a livello oggettivo e con il senno di poi, la migliore.