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LA CARICA DEI 101 (1961) regia di Clyde Geronimi, Hamilton Luske

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Dom Cobb     9 / 10  15/10/2014 17:55:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
A Londra, ai nostri giorni, un paio di dalmata di una felice coppia di sposini da alla luce quindici cuccioli che divengono ben presto preda ambita della maligna Crudelia de Mon, la quale vuole averli per farne delle pellicce. Quando i cuccioli vengono rapiti da due scagnozzi della perfida donna, la coppia di cani fa l'impossibile per salvarli...
Gli anni '60 aprono una nuova pagina nella storia dell'animazione disneyana: ormai conclusasi l'epoca d'oro delle grandi produzioni con animazioni complesse e tecniche fin troppo costose, Walt Disney sente il bisogno di apportare delle modifiche nel metodo di produzione dei suoi classici animati che, nonostante i profitti derivati dall'espansione nel mondo della televisione e del cinema live-action, rimangono comunque il suo distintivo marchio di fabbrica. A contribuire a questa decisione è il flop finanziario della Bella Addormentata, che mette in chiaro quanto i "vecchi modi" di fare animazione minaccino di portare gli studios sull'orlo della bancarotta a causa delle alte spese.
Di conseguenza, Walt si approccia a tecniche più modeste e ad animazioni più semplici, ed ecco che l'intero reparto di pittura ad inchiostro viene smantellato e sostituito da una creazione del fido Ub Iwerks, la macchina Xerox, in grado di svolgere le stesse funzioni in minor tempo e a costi minori: è proprio grazie allo Xerox che l'impresa di disegnare in maniera credibile ben 101 dalmata diventa fattibile. Allo stesso modo, cambia anche lo stile animato, che stavolta abbandona del tutto le linee morbide a favore di un impianto contemporaneo in tutto e per tutto; infine, cambiano anche le storie, poiché fiabe ed avventure senza tempo non si intonano più con uno stile del genere.
La carica dei 101 è il primo lungometraggio ad essere uscito in questa "epoca d'argento" degli studios, e ne è anche quello più rappresentativo nella sua essenza: ormai non si tratta più di "c'era una volta", non si tratta più di principi e principesse, streghe ed incantesimi, il tutto ambientato in un "regno lontano lontano". Qui siamo a Londra, negli stessi anni in cui il film viene distribuito nelle sale, i personaggi vivono nell'immediato, nel quotidiano, e qualsiasi elemento del reale viene naturalmente incluso.


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Dunque, in poche parole, un punto di rottura con il passato su tutta la linea, che però non rende il prodotto qualitativamente meno valido. Perché l'animazione più semplice va a tutto vantaggio di una trama più articolata e personaggi meglio definiti. I due cani dalmata Pongo e Peggy, i loro padroni Rudy e Anita, i due loschi e stupidi Orazio e Gaspare, e soprattutto la cattiva Crudelia de Mon (da tutti considerata una delle "cattive più cattive", mentre per me è solo una psicotica divertente da guardare): una volta apparsi sullo schermo, è impossibile dimenticarsi di uno di loro. A fare loro compagnia una carrellata di personaggi per lo più animali,


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ugualmente memorabili e tutti protagonisti di scenette alcune coinvolgenti, altre esilaranti; ad essere onesti, è soltanto dopo la prima mezz'ora, che io considero solo una mera introduzione (godibile, cionondimeno), che la storia prende veramente quota, dall'inizio della ricerca dei cuccioli a un emozionante inseguimento in auto si ha a malapena un attimo di respiro, complice un ritmo serratissimo, degno di un film di evasione.
A parte questo, comunque, La carica dei 101 è anche un film interessante da osservare: l'animazione sarà anche più scarna e semplice, ma nonostante tutto ha uno stile tutto suo, apparentemente disordinato e quasi a casaccio, ma in realtà studiato a tavolino dall'art director Walt Peregoy e dallo scenografo Ken Anderson, perfetto per un'ambientazione urbana come quella che il film propone.


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Pare che lo stesso Walt Disney non fosse molto soddisfatto della direzione presa dallo stile delle scenografie, secondo lui troppo estremo e lontano dalla concezione che lui aveva dell'animazione per i suoi film. Comprensibile, visti gli eccellenti risultati del passato, ma a torto: a mio parere, mantenere lo stile animato adottato finora non sarebbe stato appropriato per il feeling che il film voleva comunicare.
E naturalmente, c'è anche quella canzone ormai diventata un cult per tutte le generazioni, memorabile fin dalla prima nota. Tutto ciò immerso in un'atmosfera frizzante, briosa e piena di energia, un'energia che trapela fin dagli assai creativi titoli di testa, con il tema della macchia a fare da collante.
Una nuova epoca di lungometraggi Disney è dunque iniziata: non si trattano di classici migliori o peggiori (non tutti, almeno), solamente diversi, per un pubblico che sta iniziando a cambiare a sua volta e per tempi nuovi, dove la narrazione eterea di Biancaneve sarebbe solo fuori posto. E La carica dei 101 ne è forse l'esempio migliore.


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ferzbox  16/10/2014 01:20:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Troppo bello leggere i tuoi commenti sui lavori Disney...stai facendo una maratona fantastica..... ;-)
Dom Cobb  16/10/2014 18:00:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Grazie, è bello sapere che c'è qualcuno che apprezza quello che faccio. Nel frattempo, sei riuscito a guardarti Lo scrigno delle sette perle? Ti è piaciuto, nonostante l'audio fuori sincrono?
ferzbox  16/10/2014 20:34:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Lo sto scaricando....è lento come una tartarugha zoppa a cui hanno attaccato un sassolino di piombo nel guscio(ma che cazzò di analogia) ;-)
Dom Cobb  16/10/2014 20:53:30Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Vabbè, hai comunque reso benissimo l'idea ;)