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LA DOPPIA ORA regia di Giuseppe Capotondi

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andreacinico     6½ / 10  14/10/2009 16:18:35Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
La visione di questo film presentato alla Mostra del cinema di Venezia da un regista italiano mi ha un po' spiazzato.
Arrivato ai titoli di coda non riuscivo a comprendere appieno quello che non mi convinceva.
Ad un approccio superficiale potrebbe sembrare la solita storia poco originale basata sul doppio gioco con intermezzo onirico. Invece, ripercorrendo a ritroso la storia insieme ai miei amici, ci siamo accorti che i vari pezzi del racconto erano incastrati alla perfezione denotando una sceneggiatura precisa che non ha lasciato nulla al caso (anche se per i miei gusti poteva osare di più).
Ma allora dov’è il problema?
A mio avviso la pecca è proprio nella realizzazione visto che, durante la visione del film, quegli elementi forti della sceneggiatura non sono emersi a dovere. Mi dispiace non poter tessere lodi ad uno dei pochi film italiani decenti di questo periodo però la regia è talmente lineare ed asettica da non suscitarmi le emozioni che potrebbe dare una storia architettata così bene. Intendiamoci, in questo periodo storico un regista come Capotondi (che ha come attenuante il fatto di trovarsi di fronte alla sua opera prima nell'ambito dei lungometraggi) è una boccata d'aria fresca ma alcuni autori dell'ultima generazione, come Sorrentino e Garrone, hanno dimostrato che anche in Italia, se si vuole e, soprattutto, si hanno le possibilità, si può fare cinema di un alto livello.
Tautotes  14/10/2009 20:30:32Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
sono d'accordo.
A tratti il film sembra apatico, e devo ammettere che non ho gradito la soluzione troppo scontata e banale alla prima inquietante parte molto ben fatta.
Troppo piatto, anche se l'idea è buona.
valis  16/10/2009 18:41:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
nonostante il film mi sia piaciuto devo ammettere che la regia risulta invisibile per così dire.
bisogna vedere se è stata una scelta stilistica del regista o se invece è stata dettata da un limite di fondo di Capotondi