jack_torrence 6 / 10 07/02/2011 19:37:25 » Rispondi Oltre ad esplicite citazioni lynchiane, quel che Kelly sembra dovere a Lynch è soprattutto l'immissione di una fascinazione morbosa e malata entro il più apparentemente "normale" contesto del classico sobborgo middle-class americano. "The box" ricorda tanto "Velluto blu": con la differenza che il personaggio (che resta nella memoria) interpretato da Langella, è inquietante in modo diversissimo da quanto lo era Dannis Hopper nel film di Lynch. "The box" è un'allegoria potente e fascinosa, nella prima metà (e il finale, sia pur non cinico come avrebbe potuto, è discretamente drammatico e rimane apprezzabile). Tra l'altro, sino alla scena della biblioteca, il film trasmette davvero una crescente tensione: e rivela grandi capacità del regista, nella creazione dell'atmosfera ricercata, che vengono poi meno quando il film s'ingolfa e scade, nella sua seconda metà, rischiando di naufragare in mezzo a tante (non funzionali, e fastidiose) derive fantasy. Le quali appaiono di un'eccentricità forse precocemente manierista, e compiaciuta.