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IL LIBRO DELLA GIUNGLA regia di Wolfgang Reitherman

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Dom Cobb     7½ / 10  17/10/2014 16:44:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mowgli è un cucciolo d'uomo, allevato da un branco di lupi e costantemente sorvegliato dalla pantera Bagheera. Ma quando Shere Kahn, la tigre, torna nella giungla intenzionato ad uccidere il ragazzo prima che diventi adulto, tutti sono d'accordo nel sostenere che Mowgli deve tornare al suo luogo di origine, il villaggio di uomini, dove sarà al sicuro. Tutti tranne lo stesso Mowgli, fermamente deciso a restare nella giungla. Il periglioso viaggio del riluttante ragazzo porterà quest'ultimo a una serie di bizzarri incontri...
Il libro della giungla rappresenta una tappa importante nel percorso creativo degli studios disneyani, poiché si tratta dell'ultimo film al quale Walt Disney in persona poté apportare il suo tocco personale, prima di morire di tumore nel dicembre del 1966, un anno prima che il film venisse distribuito nelle sale. Il cordoglio per la sua dipartita deve aver giocato un ruolo assai importante nella popolarità di cui il film ha goduto ininterrottamente da allora, e per quanto riguarda le platee italiane, vale lo stesso discorso fatto per La spada nella roccia: questo è uno di quei lungometraggi Disney ad essere influenzato da un forte senso di nostalgia, a causa della sua popolarità, se possibile, ancora maggiore che nel resto del mondo, in conseguenza del solito, straordinario doppiaggio.


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Purtroppo, doppiaggio e nostalgia non possono coprire del tutto i difetti di un film che vanta un buon numero di pregi, ma anche un altrettanto buon numero di mancanze.
Da una parte, si notano delle migliorie nell'animazione, che si libera di una parte delle tendenze alla stilizzazione che l'avevano eccessivamente caratterizzata nel classico precedente, a favore di un approccio che tenta di avvicinarsi un po' a uno stile più morbido e meno angoloso, per quanto resti volutamente semplice e scarno. Ciò la rende non certo spettacolare, ma comunque affascinante, in specie gli ammalianti sfondi.
Inoltre, anche questa volta si opta per una narrazione buttata sul comico, che getta alle ortiche in modo deliberato le atmosfere cupe ed adulte del romanzo di Kipling e si basa su una struttura episodica;


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Walt voleva un prodotto allegro e spensierato, con una storia ridotta al minimo indispensabile in modo da permettere ai personaggi di esprimere al massimo il loro potenziale, ma a mio parere, in più di un punto le buone intenzioni sono rimaste solo tali: non per la prima volta, è il protagonista ad essere la nota dolente del cast animato, piatto e a tratti anche antipatico, privo di un qualsiasi arco evolutivo.


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Inoltre, vi sono anche un paio di figure secondarie delle quali non sono mai stato un grande fan.


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La storia stessa, di per sé, presenta alcuni degli stessi problemi dei quali soffriva anche La spada nella roccia, soprattutto in conseguenza diretta dell'impianto episodico. Se esso, da una parte, è in grado di concedere a ciascun personaggio il giusto spazio, dall'altro manca di ogni tentativo di imbastire sviluppi narrativi o relativi ai personaggi stessi, specie considerando l'assenza di un qualsiasi messaggio da voler comunicare al pubblico: le varie figure di contorno hanno la scusante di apparire sullo schermo per poi sparire dopo il loro momento di gloria, ma anche i tre protagonisti restano sempre gli stessi, senza mai cambiare o imparare qualcosa l'uno dall'altro. Contribuisce a quest'impressione un finale che ritengo essere il modo peggiore per far finire un road trip come questo: inaspettato, è vero, ma uscito dal nulla e, direi, quasi pigro.



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Fortunatamente, al netto di qualche eccezione, i comprimari funzionano bene o male tutti, dallo spensierato ed irresponsabile Baloo al serpente Kaa con problemi di sinusite, passando per un re Luigi fanatico del jazz, avvoltoi depressi ed elefanti militarizzati, fino a quello che è, forse, l'elemento migliore del film: Shere Kahn, la tigre, caratterizzato da una raffinata eleganza che lo rende uno dei villain più godibili di tutti i film Disney.


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A galvanizzare ulteriormente il film ci pensa anche una colonna sonora al ritmo trascinante del jazz dixieland; è raro per un cartone animato avere non una, ma due canzoni cult insieme, e in effetti Il libro della giungla merita un encomio per aver raggiunto un simile obiettivo.
Per il resto, non c'è molto da dire: le animazioni continuano ad essere di pregiata fattura e si respira aria "disneyana" dall'inizio alla fine, ma i personaggi mancati e una storia priva del giusto mordente sono problemi troppo grandi per non essere considerati. Ciò non toglie che Il libro della giungla rimanga uno dei classici più godibili, anche tolto l'elemento nostalgia.
Vitichindo  17/10/2014 17:52:08Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Veramente non è neppure quello che vuole lui. Lui lo deve portare al villaggio di esseri umani per volere del branco (praticamente un lavoro come un altro). Addirittura, ad un certo punto, lo molla li dov'è con un bel "Arrangiati!" in mezzo alla giugla, perchè esaperato dall'insistenza di Moglie di voler restare nella giungla.
Dom Cobb  17/10/2014 18:17:52Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Esasperato dopo aver tentato di trascinarlo a forza anziché tentare di ragionare (una cosa che non fa mai nel corso di tutto il film, almeno non con Mowgli). E, per quanto mi riguarda, questa è soltanto un'altra prova della sua mancanza di preoccupazione nei confronti del ragazzo. Che diamine, almeno resti nelle vicinanze casomai dovesse succedere qualcosa!
Vitichindo  17/10/2014 18:32:03Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ma infatti mica sto cercando di farti rivalutare bagheera, ti stavo solo sottolineando che la missione di scortare il ragazzo al villaggio non è stata neppure una sua scelta, gli è stata affidata e basta, e questo crea ancor più distacco e disinteresse in lui nei contronti del ragazzo - lupo.
Comunque devo ammettere che Mowglie metterebbe davvero a dura prova la pazienza di chiunque, nel corso del film è quasi sempre una lagna, e pure un pò scemo.