caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

IL SORPASSO regia di Dino Risi

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
amterme63     9 / 10  28/09/2007 23:33:02Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dietro l’aspetto di una divertente commedia si cela la rappresentazione dell’irresistibile ascesa della società del consumo e del benessere che sconvolge la vita di tutti gli strati sociali. Allo stesso tempo si fa capire che i problemi di fondo dell’esistenza umana non vengono minimamente risolti da questa improvvisa ventata di ottimismo e edonismo.
Un film quindi apparentemente banale e semplice ma che invece esamina la realtà da molteplici punti di vista. Salta subito all’occhio la descrizione del boom economico e la voglia di divertirsi. Le città sono completamente vuote ad agosto (novità per l’epoca), le trattorie prese d’assalto, le spiagge strapiene. I nuovi balli e le nuove mode arrivano fin nelle profonde campagne (la scena dei villici che ballano il twist), anche i contadini con il sigaro vogliono correre con l’auto e pure la vecchia zia scopre il fascino della seduzione. Il film è anche complice di questa febbre. Molto spesso vengono inquadrati cartelloni pubblicitari (per caso?) e si fa promozione degli ultimi successi canori dell’estate. Questo è anche il mondo di Bruno (un incredibile Vittorio Gassman) dal carattere estroverso, affascinante e caciarone. La sua vita dedita ai godimenti continui nasconde invece molta solitudine e tanta paura del futuro a cui non vuole pensare. Ecco che entra nel film la verità dietro l’apparenza. Di fatto, senza volerlo ammettere, Bruno si attacca a Roberto, conosciuto per caso. Nasce così qualcosa che va al di là dell’amicizia. Bruno si esalta se sta insieme a Roberto, si può confidare, trova l’oggetto con cui condividere il folle godimento. Eppure la sua esaltazione finirà per distruggere ciò che l’alimentava.
Questa divisione fra intenzioni e fatti è molto più netta in Roberto, dal carattere gentile, debole e introverso. L’incontro con Bruno lo porterà a scoprire tutte le sue contraddizioni, la sua solitudine e gli aprirà gli occhi sulla falsità dei suoi presupposti di vita e sulla vanità dei suoi progetti. Svuotato di tutto, non trova di meglio che imitare il suo Pigmalione. Anche lui rimane affascinato e distrutto dalla sirena del godimento immediato.
Alla fine si scopre che questo film è molto più serio di quello che appare e nonostante la critica ai film di Antonioni va a finire che il punto centrale del film diventa il male di vivere, l’insensatezza e la casualità dell’esistenza umana.