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L'ARMATA BRANCALEONE regia di Mario Monicelli

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ULTRAVIOLENCE78     9 / 10  09/09/2008 18:47:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
“L’armata brancaleone” è una favolosa storia picaresca ambientata nel Medioevo, che fa il verso al “Don Chisciotte” di Cervantes e nella quale si avverte altresì la eco delle gesta de “Il cavaliere inesistente” di Calvino. I personaggi, che parlano un ipotetico italiano arcaico con qualche incursione in un improbabile latino, sono tutti caratterizzati con una spiccata vena grottesca, che conferisce alla narrazione delle traversie, patite dal Cavaliere Brancaleone da Norcia e dai suoi bislacchi seguaci, un tono di irresistibile ilarità. In questa atmosfera parodistica si mette in scena lo spirito di avventura che anima un gruppo di spiantati le cui temerarie azioni, seppur fallimentari, sono tuttavie ispirate da sentimenti fanciulleschi che risaltano nel contrasto stridente con la barbarie dell’epoca e, più in generale, dell’uomo colto nella sua connaturata tensione prevaricatrice.
In questo contesto, il susseguirsi esilarante delle peripezie degli eroi concepiti da Monicelli (nonché da Age e Scarpelli) assurge a paradigma della sconfitta di valori quali la fantasia e la libertà, che in una realtà esterna dominata dai soprusi e dalla cupidigia non possono trovare spazio, ma che possono tuttavia continuare a vivere e prosperare in seno a quella speciale dimensione creata nell’amicizia. Ed è proprio il senso di amicizia e di solidarietà -che nel toccante momento della morte del vecchio Abacuc trova la sua espressione più poetica- ad ergersi quale soluzione alle sofferenze della vita: così le inevitabili sconfitte subite nelle sopraffazioni, nelle umiliazioni, nelle calamità, nelle malattie e, per finire, nella morte vengono riscattate nella fratellanza.
Il film presenta dei momenti di comicità assoluta che sono entrati di diritto nella storia della cinematografia italiana: tra questi non si può non citare la carrellata sugli ieratici e carnevaleschi parenti di Teofilatto, così come non si può non ricordare la maniera in cui viene rocambolescamente attuata la cattura di Brancaleone e dei suoi “prodi” da parte dei malvagi saraceni.
Ma sono tanti altri i momenti degni di nota di questa pellicola, caratterizzata altresì da una notevole ricerca formale, come dimostra la splendida fotografia firmata da Carlo di Palma (bellissimi i colori con cui vengono ritratti gli scenari nelle varie fasi del giorno).
Eccellenti le interpretazioni di tutti gli attori (spassosissime quelle di Carlo Pisacane e di Enrico Maria Salerno), sui quali signoreggia –manco a dirlo- un colossale Vittorio Gassman.