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THE BUTCHER regia di Kim Jin-Won

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Ciaby     7 / 10  18/06/2010 14:07:28Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Quattro persone qualunque si risvegliano in un vecchio casolare di campagna, legate. Di fronte a loro, tre persone armate di videocamere. Vogliono realizzare uno snuff-movie.

Ormai il 50% dei film horror che si producono sono torture-porn, e se non lo sono riguardano l'ambito torture-porn della tratta di corpi o su malcapitati che vengono uccisi per svariati motivi dopo indicibili sofferenze ("Hostel", "Turistas", "Saw"). La moda è tornata anche in Oriente (perché, ricordiamo, i capi supremi del genere restano i Giapponesi che sfornano anno dopo anno, a partire dalla serie "Guinea Pig", ma anche prima, la loro ostentata visione dell'estrema violenza), e persino nella sempreverde Corea Del Sud, patria del cinema dagli incredibili mezzi, splendido e curato visivamente, raffinato anche in un genere come l'horror, che altrove viene trattato, spesso e volentieri, con un uso sporco dei mezzi. E per questo ci si sorprende di fronte ad un film indefinibile come "The Butcher", un efferatissimo torture porn girato in modo volutamente low-budget, amatoriale e con telecamera ballonzolante, per emulare il culto snuff. Il metodo di regia è singolare: le riprese avvengono tutte da telecamere attaccate alle teste delle stesse vittime, in modo che lo spettatore possa identificarsi il più possibile con loro e con le loro emozioni di terrore e dolore. Cominciamo subito con il dire che "The Butcher" è un film molto diretto, persino più diretto dell'agghiacciante delirio gore di Koji Shiraishi di "Grotesque", perché sebbene la carneficina in "Butcher" sia decisamente meno dell'episodio di Shiraishi, lo schock e l'impatto repulsivo dello spettatore sono decisamente maggiori. Kim Jin-Won lascia molta della violenza fuori campo (pur non rinunciando a particolari gore), preferendo (giustamente) tratteggiare il cattivissimo sadismo dei personaggi (sia vittime che carnefici vengono tratteggiati con una certa verosomiglianza), ma anche delle stesse vittime, disposte a tutto pur di sopravvivere, tratteggiandolo persino con ironia (illuminante la scena del caporegista al telefono con la madre) e concentrandosi sulle urla, sui suoni terribili e lancinanti che lasciano in sospeso. Perché è la violenza che non si vede che fa più male, è di questo è di certo complice anche la location: una spaventosa e claustrofobica cascina abbandonata in campagna con le pareti sporche di sangue. Un horror che, dalla trama, sembra la classica ******* che emula le cose inutili americane, ma che in realtà rivela un'anima ben diversa, più malsana e sporca, pur giocando con varie citazioni horror (da "Non Aprite Quella Porta" a "Saw"). Guardare "The Butcher" lascia sporchi dentro, questo è certo, così come lascia di stucco in modo quasi inverosimile, terrorizzandoci, impedendoci di capire se ci sia piaciuto o meno. Assolutamente sconsigliato ai deboli di stomaco.
Noodles_  18/06/2010 14:18:38Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
... o ai sani di mente.
Ciaby  18/06/2010 14:45:23Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
già :)

Madò, sono ancora sconvolto.
Noodles_  18/06/2010 15:50:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ettecredo!
Io non capirò MAI come si possa essere attratti da certe cose. E siete in tanti eh!
Ciaby  18/06/2010 16:35:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, io l'ho visto perchè sono un fanatico del cinema asiatico.
Praticamente guardo tutto ciò che viene dall'Asia.
Al film ho dato 7 perchè è ben fatto, mette a disagio e ha una buona dose di originalità nell'affrontare il genere.

Ciaby  18/06/2010 16:36:16Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Fosse stato americano dubito che l'avrei visto, perchè il cinema torture-porn non mi attira più di tanto.
Noodles_  18/06/2010 17:05:17Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Si sul cinema asiatico sono d'accordo con te, ma trattasi sempre di un torture porn, tra l'altro mi sembra di capire anche abbastanza estremo. Premetto che le mie parole non hanno nessun intento polemico, o "giudicante", ma mi piacerebbe davvero capire cosa spinge a vedere qualcosa di sgradevole, nella fattispecie la spettacolarizzazione fine a se stessa della sofferenza, per poi oltretutto rimanere con una (ovvia) sensazione di malessere interiore... E la cosa più incredibile è che mi sembra di essere l'unico a pensarla così, come se lo "strano" fossi io! :)
Ciaby  18/06/2010 17:26:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, se per "estremo" intenti pura carneficina, in "The Butcher" ce n'è ben poca. Apparte il sangue sulle pareti, tutto avviene fuori campo. Il regista da pochissima importanza (forse anche per i limiti di budget, trattandosi di un film indipendente) alla violenza nuda e cruda (portata all'estremo, invece, in un'altro Orientale come "Grotesque") , preferendo concentrarsi sulla soggettiva dei personaggi, persone normali in una situazione estrema.
Il suo fascino verso il lato strambo dell'animo umano è palesissimo, in quanto i cattivi cambiano faccia (quando torturano le vittime sono sadici e crudeli, quando non lo fanno si prendono in giro tra loro oppure parlano di "religione" e di "dire le preghiere" con una mamma supercattolica al telefono), mentre le vittime, disposte a t utto pur di salvarsi, danno in pasto gli altri ai cattivi stessi.
Il film mette in risalto questo sentimento, mette a nudo la crudeltà umana ed è per questo che è scioccante.
Certo, non manca qualche scena gore, ma per quelli che vedono il torture porn come sangue a fiotti ne saranno molto delusi.

Io il film l'ho guardato da puro appassionato di un cinema meraviglioso come quello orientale. Pensa che guardo anche film di un genere che non mi piace affatto come il melò, e spesso anche lì ci trovo qualche bel film.

E comunque non sei strano, no.
Il fatto che provi repulsioni verso questo tipo di cinema ti rende assolutamente normale. Così, come normali sono quelli che, come me, a fine visione si sono sentiti molto, molto sporchi. :)
Ciaby  18/06/2010 17:30:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Comunque credo che la gente si affascini al torture porn perchè è cinema libero dai tabù (o almeno, quello americano non di certo, visto che pur proclamandosi controverso si mantiene casto in ogni sua parte, tranne rarissime eccezioni) che permette di scaricare lo stress.
A me, generalmente, il torture porn non piace. Questo "The Butcher" mi è piaicuto, invece, (anche se con moderazione), perchè è un modo diverso di rappresentare emozioni potentissime come il dolore fisico e spirituale.
Noodles_  21/06/2010 10:44:34Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Ciao grazie per le risposte e scusa per il ritardo, non ho avuto accesso alla rete fino a ieri sera.
E ne ho approfittato per pensarci ancora, ma sinceramente continuo a non riuscire a capire. II fatto che un cinema sia libero da tabù nel mio caso non mitiga senz'altro il fastidio, o il ribrezzo verso certe rappresentazioni, così come sinceramente non vedo proprio il bisogno di rappresentare in quei modi emozioni come il dolore fisico e spirituale. Per caso ieri sera leggevo i commenti su A l'Interieur (7,5 di media...), tutti esaltatissimi per il sangue, le budella, bellissimo, stomachevole, inguardabile... boh.
Sarà un mio limite, ma felice così.
Noodles_  21/06/2010 10:56:58Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
In sintesi la mia domanda è: come è possibile che qualcosa di "inguardabile" e "stomachevole", possa contemporaneamente essere definito "bellissimo"?
Non c'è qualcosa che stona?

Ciaby  26/06/2010 21:49:27Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Scusa se rispondo solo ora, ma non ho controllato le risposte :)

Secondo me questo deriva dal semplice modo del regista d raccontare la carneficina. Ad esempio, trovo "A L'Intérieur" molto bello, non tanto per il sangue, quanto per la creazione di tensione e per l'altissimo coinvolgimento emotivo. Ovviamente tutti si basano sul sangue, perchè i lfilm ne è pieno, ma lì ci sono anche tensione, ritmo, un'ambientazione giusta e trovate inquietanti, e soprattutto una storia! Cose fondamentali in un horror come si dfeve.

Al contrario non amo i film gore che mostrano solo corpi dilaniati. Casi innumerevoli nel cinema underground americano, ma anche in quello giapponese (non a caso, infatti, sia un patito del cinema giappo, non riuscirei mai a digerire le schifezze di Anaru, perchè lì ci sono solo mutilazioni, senza un senso, una trama di fondo. E' solo schock).

Io capisco quando un film, per quanto violento sia, sia amato per quello che ha da dire. Trovo che la violenza mostrata debba avere un senso di fondo, in "Butcher" c'è: è semplicemente il mostrare la capacità dell'uomo di essere crudele di fronte alla propria morte, anche verso chi ama.

Credo che sia, inconsciamente (perchè tutti, appunto , si basano sul sangue, che il gore diventa bello. In caso contrario, mutilazioni stolte e insensate, sono disgustose, perverse e kitsch.
Noodles_  28/06/2010 13:28:15Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Sì, ti seguo benissimo.
A patto di dare per scontata la buona fede del regista, (e soprattutto dello spettatore...) che vede nella violenza solo un mezzo per parlare di qualcos'altro.
Ti ringrazio per il tuo equilibrio e la tua precisione nell'affrontare un tema che rasenta l'intoccabilità... Se ti va di proseguire vieni sotto al commento di Pinhead88 a The Human Centipede.