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A SLIT MOUTHED WOMAN 0: THE BEGINNING regia di Kazuto Kodama

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Ciaby     5½ / 10  20/02/2010 14:35:54Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dopo aver amato i primi due episodi (il primo soprattutto, dove dietro alla cinepresa ci stava Shiraishi...e si vedeva) della saga sulla donna dalla bocca sforbiciata, mi sono visto anche questo terzo capitolo, che dovrebbe essere (stando al titolo) una sorta di sequel della saga horror, ma che in realtà si rivela essere l'ennesima e diversa versione della leggenda metropolitana giapponese più famosa di tutti i tempi. Ricordo, infatti, che tale leggenda si è sviluppata in tutto il Giappone all'incirca negli anni '70, sotto svariate versioni ed interpretazioni. Unico fattore in comune tra le diverse storie era quella di una donna bellissima, ma dalla bocca squarciata che domanda al malcapitato di turno "Sono bella?" per poi ucciderlo senza pietà con un paio di cesoie affilate.

Ma ora veniamo a questo "Beginning", l'unico capitolo della signora dalla bocca squarciata a non avere alcun sottotitolo anglofono. Ora vi chiederete come abbia potuto seguire l'intreccio e vi dico che ,nonostante l'ammontare di dialoghi, la storia si segue discretamente senza capirne per forza tutte le successioni. Inutile dire che l'intreccio è un bieco pretesto per mettere in scena sangue e spaventi a go-go.
L'esordiente Kodama, infatti, non ha il pathos di Shiraishi (che piuttosto che spaventare, nel primo capitolo, incuteva ansia), nè la capacità di rilettura originale e sociale di Terauchi, e il suo episodio non è altro che un horrorrino di bassa lega.

Intendiamoci: fa il suo dovere. Infatti, è il più spaventoso tra i tre, tra spaventi improvvisi, lunghe sequenze di suspense, splatter come se piovesse (arti amputati, gole squarciate, omicidi sanguinosi ecc.). Peccato, però, che pecchi nel ritmo, nella modalità di narrazione.

La regia è piatta ,televisiva, la fotografia orrenda (sbiadita, sfuocata, senza la minima ricerca). Si salvano solo gli effetti sui dettagli sanguinosi, ma a poco servono quando l'impatto tecnico sembra lo stesso di un film giapponese anni '80 realizzato per una tv locale.

Sarà anche un horror uscito per le videoteche nipponiche, ma è il capitolo deludente della trilogia, che comunque non manca di ironia (il poster che occhieggia a "Two Sisters" e la trama che parla proprio di due sorelle) e una buona dose di divertimento, soffocata comunque dalla mancanza di mezzi e da una recitazione poco soddisfacente, che lo rendono quasi noioso.

Un'occasione persa per metà, con il solito fantasma capelluto (al contrario dei primi due episodi, infatti, la Slit-Mouthed Woman è ora una copia vera e propria di Sadako) e poche novità. Rimarchevoli solo un paio di scene ad hoc, con salto dalla poltroncina incluso.