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L'AVVENTURA regia di Michelangelo Antonioni

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amterme63     8½ / 10  27/01/2014 19:44:48Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
"L'avventura" è un'altra perla cinematografica regalataci da quel grande artista che è stato Michelangelo Antonioni. In quest'opera ha ripreso il tema di "Amiche" (l'insoddisfazione e il fastidio di vivere di un personaggio sensibile, un ambiente ricco e frivolo, un partner di fascino ma incostante, egoista e mezzo fallito, un'amica più solare ma dubbiosa e incerta sui propri sentimenti) coniugandolo con la potenza evocativa di immagini-paesaggio come aveva già sperimentato ne "Il grido".
Rispetto a "Le amiche" il tema esistenzialista è molto più prosciugato da risvolti morali o didascalici contingenti. Si spiega e si parla molto meno ma si rappresenta molto di più. Tra l'altro ne "L'avventura" si fa a anche meno degli espedienti narrativi e delle drammatizzazioni di "Le amiche" (non si sa se c'è stato o no il suicidio, non c'è unità di tempo e azione, la protagonista all'inizio sembra Anna e invece si scopre essere Claudia - impedendo l'immedesimazione dello spettatore).
Rispetto a "Le amiche" fa il suo ingresso fra i temi cardini dei film di Antonioni il desiderio sessuale. E' questo il sentimento destabilizzante che mette in pericolo le istituzioni e i legami fra le persone (l'amicizia, il matrimonio, la fedeltà a un unico partner, ecc.). E' il tema principale del resto di tantissimi film dei primi anni '60.
La novità de "L'avventura" è che si fa a meno pure della risoluzione finale. Il senso di precarietà e instabilità diventa la regola generale e impedisce qualsiasi tipo di via d'uscita. Il protagonista del film non è tanto Claudia o qualche altra persona umana, è invece il sentimento di imperfezione sentimentale, di incertezza e variabilità, l'impossibilità di arrivare alla felicità (tema onnipresente nei film di Antonioni, qui espresso alla perfezione).
"L'avventura" si fa ricordare però soprattutto per la meraviglia dei paesaggi filmati e di come la figura umana viene inserita in maniera da dare potenza e significato ai sentimenti e alle situazioni. E' un enorme peccato che "L'avventura" non sia a colori, o forse è meglio, in quanto la bellezza dei paesaggi, della luce, del succedersi di giorno/notte sole/pioggia avrebbe finito per soffocare, sopraffare la storia di Anna, Claudia.e Sandro.
Di grande perizia l'uso delle inquadrature (le tipiche riprese dall'alto o dal basso per dare profondità, la capacità di girare scene complesse in spazi strettissimi, il sapiente e calibrato uso del piano sequenza e del campo-controcampo, l'entrata e l'uscita dei personaggi dal quadro visivo, ecc.).
Personalmente ho però preferito "Il grido", in quanto ci ho sentito molto più pathos e mi ha più coinvolto.