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LA NOTTE regia di Michelangelo Antonioni

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Thorondir     9 / 10  24/01/2023 15:20:55Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Per quanto mi riguarda "La notte" è insieme a "L'eclisse" il film migliore della cosiddetta trilogia dell'alienazione (e uno dei migliori in assoluto di Antonioni). Antonioni racconta un amore agli sgoccioli tra Mastroianni e la Moreau sullo sfondo di una società della borghesia intellettuale che si va disfacendo (pre '68, cosa non banale). Come da prassi del cinema di Antonioni i personaggi sono posti sullo schermo ad enfatizzarne incomunicabilità, separatezza, contrasto vicinanza/lontanaza, nonchè disturbi continui dei suoini (elicotteri, aerei, razzi, nastri, banda musicale e via discorrendo). Soprattutto nella prima parte il regista immerge i personaggi in un ambiente urbano tremendamente verticale, quasi a sottolineare la piccolezza degli uomini rispetto ad un mondo che va avanti troppo velocemente (paesaggio urbano e sonoro che sarà centrale nell'agghiacciante finale del successivo "L'eclisse").

Nella seconda parte del film, quando tutto si svolge in una villa e quindi l'ambiente è più circoscritto e gli spazi più angusti, il distacco emotivo tra i due personaggi principali aumenta, grazie anche all'entrata in scena della splendida Vitti, fino a quel finale dove il distacco diviene totale in un campo aperto. Non solo cinema della distanza e dell'incomunicabilità emotiva ma anche cinema politico: Mastroianni è l'intellettuale borghese urbano ormai in crisi, fintamente alternativo, in realtà frivolo, pronto a tradire pur dicendo di amare (mentre la moglie non tradisce pur dicendo di non amarlo più) e anche pronto, seppur senza il coraggio di dirlo, a lavorare per il padrone.

Certo, un cinema non per tutti. Altrettanto vero è che la profondità di elaborazione che c'è dietro, e la potenza delle immagini (alcune di una bellezza raramente rivista dal nostro cinema) ne fanno un lavoro semplicemente epocale e di importanza decisiva per molti registi venuti dopo (basti pensare a gente come Haneke o Wenders).