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IL CATTIVO TENENTE - ULTIMA CHIAMATA NEW ORLEANS regia di Werner Herzog

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ULTRAVIOLENCE78     7½ / 10  16/09/2009 17:09:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Allo stesso tempo herzoghiano e non herzoghiano, hollywoodiano e antihollywoodiano. E, in quest’ultimo senso, forse un grandissimo sberleffo alla “fabbrica di sogni” americana, che si sostanzierebbe in un finale dalla notevole carica dileggiatoria.
Il film inizia proprio con una valenza tematica tanto cara al cinema del regista tedesco: la narrazione prende le mosse dall’interno di un carcere dismesso ed evacuato in seguito all’effetto cataclismico dell’uragano Katrina, ove s’assiste allo sfacelo generato dalla forza incontenibile della Natura. Un serpente si muove libero tra le acque che stanno lentamente salendo nell’edificio, mettendo a repentaglio la vita dell’unico individuo rimasto: un carcerato che rischia di morire annegato. E’ questa la metafora che ricorrerà più volte nel prosieguo della storia: l’uomo che, alla stregua di pesci chiusi in ampolle o grandi acquari, si ritrova sempre e comunque ad agire coattivamente e nei limiti ristretti che la Natura o la società determinano. Nel tenente impersonato da Nicholas Cage, infatti, non v’è traccia (almeno visibilmente) del dilacerante dissidio interiore del referente di Ferrara: la sua non è una “via crucis” che condurrà alla redenzione nel perdono, esista o meno Dio, perché in lui non c’è tensione alla liberazione spirituale ma solo assoggettamento –consapevole o no- alle proprie umane debolezze. Egli è già in sé redento, perché ciò che di eticamente deplorevole ha la sua condotta è il risultato di inclinazioni innate inestirpabili, per di più aggravate dal contesto della società “civile”. Ciò che riabilita ai nostri occhi la figura Terence McDonagh, nonostante la cloaca di vizi in cui questi sguazza, è la sua determinazione nel perseguire, seppure con modalità poco pulite, il suo scopo, giungendo fino alla fine a risultati positivi. La sua rettitudine è inficiata soltanto marginalmente dai suoi innumerevoli peccati se, alla resa dei conti, ne ha guadagnato la famiglia, la compagna e, addirittura, la collettività. Non sembra esserci tormento e travaglio nel personaggio di Herzog –diversamente da quanto avviene manifestamente nel tenente interpretato da Keitel, ma un lasciarsi andare e “agire” dalle forze e dagli impulsi che lo/ci governano, contro le quali l’unica difesa concessa risiederebbe nell’ironia. E infatti di umorismo, un umorismo nero tagliente, il film è traboccante, grazie anche ad una vena visionaria e surrealista spiccatissima (strepitosa la sequenza del balletto), che fa addirittura dubitare dell’epilogo d’impronta favolistica. L’”happy ending” (a partire dal punto di svolta nella scena nell’ufficio, dove all’improvviso comincia a sfilare una serie di personaggi latori di buone novelle) è veramente intenzionale o è il frutto di ulteriori esperienze drogastiche del protagonista, la cui reale fine sarebbe quella di essere arrestato e portato in carcere nella stessa cella del prigioniero salvato nell’”incipit”? (cfr. l’ultima immagine con loro due seduti l’uno accanto all’altro, con le spalle appoggiate al vetro di un enorme –e metaforico- acquario). Beh, se così fosse, allora abbiamo assistito ad una burla gargantuesca.
StranzCronenber  21/09/2009 13:39:41Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Dissento con la tua proposta interpretativa, anche se ammetto che è molto suggestiva.
Se davvero l'epilogo positivo fosse frutto della deriva mentale di un tossico, cadrebbe gran parte dell'impalcatura eretta a supporto della critica verso le dinamiche sociali.
Il fine giustifica i mezzi, principio di cui i neoliberisti sembrano essersi innamorati, quì significa: non importa il modo in cui sbatti in galera un assassino, importa solo che finisca sulla sedia elettrica. E chi persegue i propri obiettivi (il sogno americano?), pur con azioni illegali e immorali, alla fine li raggiunge.
Paradossalmente (se letti in base a norme etiche che non appartengono a McDonagh), i risultati egoistici coincidono con il bene collettivo, il che è proprio la norma basilare del liberismo americano.
Se invece Terence finisse in galera, ci troveremmo di fronte all'integrità delle istituzioni americane, in grado di estirpare persino un proprio cancro.


ULTRAVIOLENCE78  21/09/2009 14:14:14Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io invece direi che ci troviamo sostanzialmente d'accordo. Il punto interrogativo -che rimane pur sempre un punto interrogativo- che pongo sull'happy ending io lo vedrei pittosto come il proverbiale cornuto e mazziato, peraltro in linea con la poetica pessimistica herzoghiana, nella quale i personaggi principali delle sue storie finiscono tutti più o meno male. Ok per il discorso sull'amoralità e sull'ipocrisia sottostanti all'american dream, ma l'edulcorazione del finale sa troppo di posticcio, soprattutto se il regista è un certo sig. Herzog. Il personaggio di Cage non è malvagio, è solo vittima dei suoi impulsi, della sua natura; ma una società borghese, perbenista, moralista come quella americana non potrebbe mai giungere all'accettazione di un soggetto "deviato", anche se le sue azioni, alla resa dei conti, sono state benefiche. Ergo un soggetto come il tenente McDonagh non potrebbe cavarsela impunemente e dovrebbe scontare anche lui il fio dei suoi peccati, intollerabili per un senso comune falso e retrivo come quello radicato in America.
Siamo sostanzialmente sulla stessa linea, solo che io ho provato a spingermi fino ad una ipotesi (sovra-)interpretativa che tenesse conto dello spirito anticonformista -e antihollywoodiano- di Herzog. Tutto qua. Ciao.
StranzCronenber  05/10/2009 14:16:37Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Mi hai convinto.
In effetti, ho rivisto il finale del film, e tenendo a mente la tua interpretazione, c'è tutto un altro gusto!

ULTRAVIOLENCE78  05/10/2009 15:03:26Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Guarda, anche le altre 2 persone che hanna visto con me il film non avevano minimamente pensato a questa eventualità, ma quando gliel'ho prospettata si sono convinti subito. Mah, a 'sto punto non ci rimane che contattare il sig. herzog e chiederglielo di persona... Alla prossima.