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COSA VOGLIO DI PIU' regia di Silvio Soldini

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     7 / 10  06/05/2010 00:48:51Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non posso congedarmi da questo film senza provare una forte sensazione di vertigine, di disagio, persino a tratti di dolore. Un dolore denutrito (privo della consueta, ammiccante colonna sonora) ma lenitivo. Ecco, direi che proprio questo stato di appartenenza (a una storia che può anche non riguardare da vicino lo spettatore) è il pregio maggiore del film, che riesce a decontestualizzare uno script fin troppo sfruttato orientandolo nell'oceano di incertezze della società attuale.
Alla fine, il tradimento vive una duplice sofferenza, ed è emblematico verso l'epilogo finale, dove davvero tutti possono respirare il ricatto di una libertà espressiva e affettiva di breve durata.
Evidenti i richiami al bellissimo "Intimacy" di Chereau, e non a caso il personaggio di Battiston, partner bonario dedito alla tribù del risparmiatore medio, ha qualche punto in contatto con il marito stralunato di Timothy Spall.
Il film soffre di una certa staticità che riesce comunque a "pennellare" diversi spunti emotivi senza troppi clamori. C'è bisogno anche di questo, anche se la mdp fissa mi sembra un'inutile orpello (forse la sperimentazione tecnica non è virtù di Soldini, ma non è nemmeno una grande necessità).
Con almeno una scena memorabile, quando Favino torna a casa e si dedica a lavare le mani della figlia, nel suo bisogno interiore di dimostrare di essere un padre di famiglia ideale.
Nessuna invettiva morale, soltanto il segno di un dolore arrecato alle persone care e la necessità di espiarlo attraverso la "condanna" al sentimento.
Sempre più brava la Rohrwacher, che ben rappresenta i dubbi di una passione vissuta con istintiva possessività